La tournée dello scorso novembre del XV di Francia è stata segnata dall’introduzione di un piano di performance rafforzato, una sorta di nuovo quadro di vita più rigoroso per evitare gli eccessi della tournée estiva in Argentina, segnata dai casi Jaminet e Jégou-Auradou .
Chiudi la porta a certe abitudini
In una lunga intervista rilasciata al Midi Olympique, Fabien Galthié ha presentato le osservazioni che ha potuto fare su questa nuova modalità di funzionamento. E questi risultati sembrano estremamente positivi. L’allenatore dei Blues parla addirittura di valutazione “eccellente”, ed è lieto di vedere che gli sforzi intrapresi riguardo alle selezioni si estendono anche ai club. C’è un dovere educativo assolutamente necessario, a tutti i livelli del rugby francese, dopo un periodo di lassismo, potremmo dire, troppo lungo, non in linea con i valori dell’alto livello e con i requisiti richiesti.
La dura prova che abbiamo attraversato ci ha spinto a rivedere i nostri processi, i nostri contenuti, l’approccio alla selezione, il supporto, il nostro stile e l’ambiente di vita. Abbiamo rielaborato la nostra carta che era stata abbandonata. Abbiamo parlato con i giocatori affinché lo accettassero, lo firmassero e prendessero coscienza dei problemi.
Questo lavoro viene svolto nei club professionistici ma anche dilettantistici. Dobbiamo continuare a lavorare sulla formazione dei giocatori e degli educatori. Tutti devono capire che culturalmente certe cose erano accettate nel nostro sport e oggi non lo sono più. E soprattutto ponetevi la domanda: cosa guida le prestazioni?
Per riassumere
L’ultima tournée di novembre del XV di Francia è stata segnata dall’introduzione di un piano di performance rafforzato, una sorta di nuovo quadro di vita più rigoroso per evitare gli eccessi della tournée estiva in Argentina. Fabien Galthié ha fatto il punto, attraverso la stampa, sui primi mesi di attuazione di questo piano.
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