Questa settimana, il nostro editorialista Richard Dourthe (49 anni, 31 presenze) racconta l'ultimo Francia-Giappone e guarda con impazienza allo scontro tanto atteso contro gli All Blacks…
Probabilmente ti sorprenderò, ma non ho trovato i giapponesi così cattivi come la gente vuole dire. A dirla tutta, i ragazzi di Eddie Jones mi hanno sorpreso parecchio anche nella conquista diretta, così puliti negli inserimenti in mischie chiuse e imperturbabili in touch, come dimostra l'unico pallone rubato in questo settore da Alexandre Roumat al momento del gioco. Sabato sera, invece, i nostri ospiti hanno sbattuto contro un muro per ottanta minuti, sia perché la difesa francese era aggressiva, sia perché il rapporto fisico era largamente sfavorevole ai giapponesi. Insomma? Se non mi sono divertito davanti alla televisione, ho comunque assistito a un bel galoppo di prove e ad una prima uscita interessante, fermo restando qui che la partita inaugurale di una tournée autunnale è generalmente l'occasione, per la squadra francese, di cogliere orientarsi e trovare automatismi.
Temo però che ora i Tricolores saranno costretti ad alzare la voce di parecchi decibel se vogliono battere la Nuova Zelanda per la terza volta consecutiva. Come te, ho visto l'ultima partita del Tour Noir in Irlanda e quella sera mi ha fatto uno strano effetto. I Blacks, colpiscono in difesa, “controruck” come dannati, schiacciano gli avversari in mischie chiuse e possono passare da un sistema di gioco all'altro senza che il risultato complessivo ne soffra: ovviamente, i neozelandesi battono l'Inghilterra a Twickenham (22- 24) incendiando il campo poi, contro l'Irlanda (13-23), ha improvvisamente ridotto la vela, accelerando solo una volta per mandare Will Giordania sotto processo. Inoltre, non dimentico che hanno una vera macchina da guerra nella persona di questa formidabile terza linea, Wallace Sititi. Il pilastro destro irlandese (Tom O'Toole, 1,85 me 129 kg) probabilmente non mi contraddirà, immagino: è arrivato a 50 annie minuto, ha lasciato l'Aviva Stadium al 53esimoe dopo aver preso in carico il teston, il titano di cui parlo e al quale Scott Robertson, l'allenatore degli All Blacks, ha già chiesto di inseguire Antoine Dupont allo Stade de France…
Per la “Roume”, l’ho sentito…
Prima di passare completamente al manifesto più bello di questa parentesi autunnale, vorrei tornare velocemente agli uomini che, a mio avviso, durante questo Francia-Giappone hanno confermato di avere una dimensione internazionale. Thomas Ramos, già, ha dimostrato ancora una volta la sua onnipotenza in una posizione che non è a priori sua e, sia di mano che di piede, vista l'animazione offensiva tricolore spesso trappole mortali. Paul Boudehent, l'autobus di Angers, occupa sempre più posto nella gerarchia delle terze linee e il suo ritorno ai massimi livelli spingerà François Cros a sublimarsi nelle prossime settimane. Non dimentico, infine, che sono stato uno dei primi ad annunciare in onda che Alexandre Roumat non era solo un buon giocatore di club: perfetto nelle corse, sempre giusto nei tempi di passaggio e più abile di chiunque altro, ” La Roume” mi ha dato ragione sabato sera e, a dire il vero, ne provo un certo piacere. E non solo perché suo padre è un amico, voi gente di calunniatori…
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