Ex terza fila del Perpignan dove ha trascorso nove stagioni, Karl Chateau è tornato all'Aimé-Giral con il suo club Vannes. Evidentemente è deluso dal risultato (sconfitta 32-13 e punto bonus offensivo per i catalani) e spera che il primo taglio in questa Top 14 permetta ai bretoni di ricaricare le batterie e rimettersi così in corsa per mantenere la posizione.
Nonostante il dominio di Perpignan, Vannes era ancora in una buona posizione all'intervallo. Come hai vissuto questo incontro vinto alla fine con il bonus offensivo dell'Usap?
Abbiamo resistito. Poi non siamo efficaci alla fine del primo tempo perché abbiamo l'occasione di rimontare quasi in parità. Gli ultimi cinque metri sono solitamente uno dei nostri punti forti, ma oggi siamo stati contrastati. Penso che la pressione messa in ruck dai catalani ci abbia creato un problema per tutta la partita. Sarebbe stato positivo per noi tornare in carreggiata alla fine del primo tempo e forse il secondo tempo sarebbe stato diverso.
Come spieghi le tue difficoltà a bordo campo, soprattutto nel primo periodo quando perdi munizioni importanti?
Innanzitutto è una buona difesa del Perpignan. Penso anche che il rumore nello stadio possa aver interferito con la nostra routine a bordo campo. E non siamo riusciti ad adattarci subito alla buona difesa catalana. Nel secondo atto è andata meglio ma è vero che abbiamo perso tre palloni importanti e questo non ci ha permesso di impostare i lanci, che per noi sono uno dei punti positivi.
Hai la sensazione che ti sia mancato un po' di tutto ovunque?
Forse… Guardando la natura della partita e il risultato, i catalani sono stati superiori a noi ma non dico che ci sia mancato tutto ovunque. Siamo stati dominati in diversi settori.
Come hai vissuto a livello personale questo ritorno ad Aimé-Giral?
È stato molto speciale fin dal momento in cui siamo entrati in campo, con qualche sguardo e qualche “camera”. Questo stadio è sempre in fermento e mi fa sempre piacere tornarci anche se il pubblico non era lì a sostenermi. L'atmosfera c'è, i tifosi sono sempre vicini alla propria squadra ed è molto piacevole vedere che l'Usap attira ancora tanta gente e che il club è ancora il punto di riferimento del reparto. È stato davvero fantastico. Gli applausi quando esco sono sempre belli. Poi non si accontentano mai tutti e non mi sarei stupito se ci fossero stati due o tre fischi. Ma sono molto felice che sia andata così. Dopo mi sarebbe piaciuto giocare ancora un po' ma non è una mia scelta. E poi se ci fossero stati più fischi verso gli arbitri alla fine della partita con un risultato diverso, la cosa non mi avrebbe dato fastidio (ride).
Dopo nove giorni, la prima pausa ti permetterà di respirare un po’…
Abbiamo parecchi giocatori che hanno giocato in Pro D2 nelle ultime stagioni con un ritmo di quattro o cinque partite prima della sosta. Lì è dura, soprattutto perché siamo in una spirale in cui non necessariamente vinciamo anche se in ogni partita vediamo il lato positivo. È anche mentalmente difficile vedersi in fondo alla classifica. È fisicamente e mentalmente impegnativo essere sempre al livello. Sappiamo che dobbiamo essere al 120% per sperare in qualcosa in questo campionato, quindi abbiamo dieci giorni di pausa. Ne approfitteremo per tagliare e rigenerare.
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