“XV meeting”… e poco altro per il rugby a Bigorre

“XV meeting”… e poco altro per il rugby a Bigorre
“XV meeting”… e poco altro per il rugby a Bigorre
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Accolti da Albert Domique (Béber), direttore della UAL, i colloqui si sono concentrati sul rugby, ma anche sui valori e le risorse di uno sport d’impegno e di cuore, attaccato al suo territorio.

Dal rugby al coro

Se non c’è terza metà senza canto, non c’è XV senza cori. È stato il gruppo “Pégas dé Votzs” a circondare la troupe televisiva per un grande giorno. Da Cavin a Bagnères, dove Maxime ha offerto un caffè, passando per le Halles dove le canzoni si susseguivano in mezzo a un pubblico incantato da questa esibizione improvvisata, questo mercato del sabato hanno potuto sedersi e pranzare al Col des Palombières , attorno a un pasto inevitabilmente memorabile al Loulou Baïla. In poche ore Bigorre si è aperto a questi ospiti del rugby.

“Li abbiamo ricevuti come si ricevono gli amici. Dovevano capire chi siamo, dove viviamo e come accogliamo le persone che amiamo”, ha spiegato Jean Claude Viau, vero ambasciatore di un territorio che conosce, ama e vuole essere amato da tutti. Mescolando l’occitano con il francese, colui che scopre che cantando a volte i messaggi arrivano meglio, li ha guidati con la sua voce, il suo cuore e i suoi occhi, anche nelle sue amate Baronie.

La partita AS Pont-Long / Coarraze-Nay

La partita federale 2, che ha opposto domenica Pont-Long a Coarraze-Nay, ha visto la squadra del “Rencontre à XV”, con Erick Mouget, Nicolas Sahaguian ed Eric Varignon a bordo campo, continuare a respirare le Prealpi pirenaiche e il rugby che il coraggio, l’amicizia e la forza caratterizzano così bene. Avranno saputo per amore di questo sport, come il pubblico ma in silenzio dietro la telecamera, incoraggiare alcuni senza criticare troppo gli altri, e anche a fine partita, davanti a una birra, avranno – forse gli piace a Palombières, mescolavano le loro voci con quelle degli altri, per cantare il rugby, le belle ragazze e le vette circostanti.

Béber, da esperto supervisore, avrà senza dubbio tenuto un occhio sulla partita e l’altro su questa squadra televisiva ormai piena di cori, prima di cantare Il rifugio, e perfino “Se canti”, se fosse stato necessario dimostrare un attaccamento al Paese, tanto recente quanto sincero. Non c’è dubbio che questi “Incontri di quindici”… e poco più, rimarranno nei cuori. Si dice delle montagne che non si incontrano, ce ne sono alcune nella terra di Brouches che parlano tra loro, quando la palla è ovale, e il pubblico è appassionato.

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