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François Bayrou ha continuato le trattative alla vigilia del grande orale

François Bayrou ha continuato le trattative alla vigilia del grande orale
François Bayrou ha continuato le trattative alla vigilia del grande orale
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Solo poche ore prima della dichiarazione di politica generale, lunedì 13 gennaio François Bayrou e i suoi ministri hanno intensificato i negoziati con il Partito socialista per cercare di raggiungere un accordo di non censura. Con la riforma delle pensioni al centro delle discussioni, ancora e ancora, senza alcun segno di grande apertura.

L’equazione resta delicata come sempre per il Primo Ministro, impegnato in trattative con la sinistra esterna alla LFI, senza però rivoltarsi contro il suo LR e perfino con gli alleati macronisti, che alzano la voce di fronte ad una possibile riduzione delle pensioni. Ciò ha dato luogo ad una lunga coreografia di colloqui lunedì, in particolare a Matignon dove François Bayrou ha accolto una delegazione socialista a fine pomeriggio, dopo aver parlato con i presidenti delle due camere del Parlamento, Gérard Larcher e Yaël Braun-Pivet.

Mentre martedì alle 15 il Primo Ministro deve presentare all’Assemblea la sua dichiarazione di politica generale, l’attenzione dell’esecutivo è tutta concentrata sul partito di Olivier Faure e sugli impegni da assumergli per ottenere la non censura. Già ricevuti nel pomeriggio dai ministri Catherine Vautrin (Lavoro e Salute), Eric Lombard (Economia) e Amélie de Montchalin (Conti pubblici), i negoziatori socialisti hanno deplorato il fatto che sia stata presentata loro una copia del bilancio “inaccettabile così com’è”.

Soprattutto i ministri avrebbero chiuso la porta alla sospensione della riforma delle pensioni, anche se richiesta a gran voce dalla sinistra. “Mentre parliamo, non c’è niente di grave. È un vero peccato perché la settimana scorsa abbiamo vissuto un momento senza precedenti (…): abbiamo avuto un governo che ha accettato di negoziare”si è rammaricato su 5 del deputato socialista Jérôme Guedj. Dopo il ricevimento a Matignon, i rappresentanti del partito delle rose, tra cui Olivier Faure e Boris Vallaud, se ne sono andati in silenzio.

Gli Insoumi, che non partecipano ai negoziati, hanno già annunciato che presenteranno una mozione di censura, che sarà esaminata giovedì o venerdì. In assenza del sostegno del RN a questa mozione, il governo non dovrebbe cadere questa settimana.

I socialisti chiedono che questa sospensione sia effettiva fin dall’inizio della rinegoziazione della riforma prevista per sei mesi con le parti sociali, e non solo in caso di successo. “La sospensione è la garanzia data ad un dibattito che non può essere una cortina di fumo”sostiene Olivier Faure Liberazione. Se questa rottura fosse tecnicamente fattibile, ciò significherebbe che i nati nel 1963 potrebbero uscire a 62 anni e 6 mesi (con una durata contributiva di 42 anni e un quarto) anziché a 62 anni e 9 mesi (con una durata di 42,5 anni). come previsto.

Ma questa sospensione divide il campo presidenziale. Alcuni sembrano pronti ad accettarlo come prezzo della stabilità politica, come ha affermato Yaël Braun-Pivet “non opporsi per principio” infatti di“Fermare” brevemente la riforma delle pensioni a “ridiscutore”.

Altri, invece, si oppongono, sostenendone il costo, stimato in circa 3 miliardi di euro solo per il 2025. “Sospendere è abrogare, bisogna smettere di giocare con le parole. Non possiamo permetterci di sbrogliare la riforma delle pensioni”ha avvertito il deputato macronista Mathieu Lefèvre su RMC. “Non è mai male discutere (…) Ma tornare indietro, perdere tempo (e) mettere la Francia in una situazione finanziaria più critica mi sembra una cattiva idea”ha anche avvertito Edouard Philippe dalla sua città di Le Havre.

Lo ha giudicato il ministro dell’Interno Bruno Retailleau“”Ci sono cose che possiamo negoziare di nuovo”notevolmente conosciutor “usura professionale” et “occupazione senior”. Maggios “è una riforma sistemica e se domani raggiungessimo il cuore del reattore in termini di performance di bilancio di questa riforma, allora metteremmo la Francia, per il piacere della sinistra, in pericolo, soprattutto di bilancio e finanziario”ha avvertito anche lunedì sera.

La destra, dal canto suo, minaccia di lasciare il governo se François Bayrou farà troppe concessioni alla sinistra. “Sospendere [la réforme] senza uno scenario alternativo” ritornerei a “saltare nel vuoto senza paracadute. Sarà senza la destra repubblicana!”giudicato dentro Il parigino Laurent Wauquiez, presidente dei deputati della LR.

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