L’OM è stato tenuto sotto controllo questa domenica sera sul campo del Vélodrome (1-1) dallo Strasburgo. Un punteggio che permette agli uomini di Roberto De Zerbi di essere 5 punti di vantaggio sul Lille (3°) e 9 punti dietro al PSG (1°). L’incontro è stato caratterizzato ancora una volta da episodi di gioco che hanno provocato l’ira dei giocatori al termine dell’incontro ma anche del presidente Longoria. E in particolare questo fallo non dichiarato su Jonathan Rowe in area di rigore…
Cosa le ispira la rabbia dell’Olympique Marsiglia dopo il pareggio contro lo Strasburgo, funestato secondo il club marsigliese da almeno un rigore non fischiato?
Non sono abbonato DAZN ma ho visto le immagini delle azioni in questione sui social. Per me la colpa è di Jonathan Rowe. Sono completamente d’accordo con l’analisi di Benoît Cheyrou. Quando un attaccante parte ad alta velocità con un difensore alle spalle, una piccola spinta del secondo può abbattere il primo. L’attaccante non esagera e per me c’è fallo e rigore.
Quando c’è consapevolmente un fallo di mano o di passeggino per impedire un gol, è punibile anche con un cartellino rosso, mentre un fallo di piede è punibile “solo” con un’ammonizione se si ritiene che fosse la palla che si voleva. Il principio della doppia punizione si è evoluto.
C’è stato un rigore su Leonardo Balerdi messo a terra da un giocatore dello Strasburgo su calcio d’angolo?
I due giocatori stanno in piedi e l’azione si svolge davanti agli occhi dell’arbitro. Da moltissimo tempo, e anche se adesso lo è un po’ meno, le aree di rigore erano diventate zone senza legge. Anche prima che venissero presi i calci d’angolo, gli attaccanti venivano trattenuti dai difensori. A volte vediamo anche il contrario! C’è tutto in una superficie vista l’alta densità di giocatori presenti in quel momento, che porta al contatto. In questo caso le istruzioni fornite sono chiare: appena la situazione si blocca, bisogna ritardare l’esecuzione del calcio da fermo, riportare la calma in area e avvisare i giocatori che l’arbitro si assumerà le sue responsabilità nel caso in cui dovessero ripetersi degli scontri.
“Il passeggino dietro è pulito”
Ai tuoi tempi, le istruzioni non erano le stesse a questo livello…
Il marsigliese Marc Batta (allora direttore dell’arbitrato, ndr) aveva detto che le superfici di riparazione dovevano essere pulite. Nicolas Sarkozy voleva pulire le periferie con il karcher, Batta voleva “karcherizzare” le superfici di riparazione! Durante l’allenamento ci disse che avremmo mostrato a tutta l’Europa l’etichetta di “arbitri francesi”. Ricordate, è durata due giorni: Tony Chapron sanziona Mario Yepes per uno strappo di maglia durante un Sochaux-PSG, poi Stéphane Bré fa la stessa cosa il giorno dopo per un PSG-OM (Ronald Zubar agganciato da… Sì, ndr). Dietro c’era un tale trambusto che hanno fermato tutto! C’è stato un tale clamore… Detto questo, quando le cose sono molto chiare si può chiamare rigore. Ma in generale, l’arbitro deve essere preventivo, far ritirare i calci piazzati e assicurarsi che gli attaccanti non siano trattenuti dai difensori e viceversa. Poi dà il segnale. Se gli errori si ripetono, deve assumersene la responsabilità. Lì il marsigliese tiene, ovviamente, ma cattura anche il giocatore dello Strasburgo. Per quanto sia più chiaro il passeggino dietro, c’è una colpa simultanea in questa azione, forse anche quella del marsigliese prima di quella dello strasburghese.
Perché l’assistenza video non entra in gioco?
Chi c’era al VAR?
“Fornire informazioni sulle regole del gioco”
MM. Rouinsard e Dos Santos.
(Imbarazzato) Ebbene sì… Cosa vuoi che ti dica… Hanno visto la partita, adesso hanno un’ancora di salvezza. Non ho una risposta per te. Evidentemente hanno un’interpretazione diversa dalla mia.
L’OM si è rivolto all’ex arbitro internazionale Frank Schneider come consulente. Cosa può fare?
Lavoro con Basile (Li avevamo) su un canale africano e di questo arrivo abbiamo parlato recentemente. È una buona idea, ci ho pensato più di dieci anni fa e ho offerto i miei servizi a un club professionistico inviando loro una lettera. Nessun seguito. Ho sempre pensato che il parametro arbitrale fosse importante in un club professionistico dove nulla è lasciato al caso, dove tutto va tenuto in considerazione. In Italia, molti ex arbitri entrano a far parte dello staff professionale per portare la loro esperienza, fornire informazioni sulle regole del gioco, lavorare con i giocatori sul loro comportamento nei confronti degli arbitri durante una partita, spiegare loro le proprie decisioni. Il signor Schneider farà tutto questo. Dirà all’OM che c’è stata una penalità dimenticata, che le cose non sono necessariamente così chiare sull’altra azione. L’OM ha già avuto diversi problemi arbitrali in questa stagione.
“Lasciate che la direzione arbitrale venga a Marsiglia”
Allenatori e giocatori si fanno sempre più avanti. Queste reazioni non potrebbero avere l’effetto opposto ed essere controproducenti?
Sarebbe bello se il direttore dell’arbitraggio (Antonio Gautier) o il manager degli arbitri professionisti (Amaury Delerue) venire al Marsiglia, vedere i giocatori e lo staff, e tutti si parlano, per scoppiare gli ascessi. Il reparto arbitrale analizza regolarmente le situazioni delle partite e sarebbe interessante avere la loro reazione alla partita di domenica. Non deve negare l’evidenza e riconoscere l’errore di interpretazione. Dobbiamo ricreare un clima di fiducia. È sempre interessante parlare tra loro. Per quanto riguarda le reazioni calde, in particolare quella a bordo campo durante l’OM-Lille, credo che il presidente del Losc e il direttore sportivo dell’OM non abbiano nulla a che fare lì. Quest’area è riservata a tecnici, giocatori e staff. I leader sono con i loro ospiti in tribuna. Reagire in modo eccessivo in questo modo non aiuta. Non hanno niente da fare lì!
Il gesto di Olivier Létang ti ha sorpreso?
Sì, prende il braccio del quarto uomo. Ma cosa ci fa lì? Il presidente di un club non è obbligato a farlo. Non è nemmeno la prima volta. Deve essere in tribuna. Crea tensione per niente.
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