Per il Conto di Risparmio Popolare (LEP), i segnali restano verdi nel 2024: il numero dei titolari è aumentato di 900.000, l’importo investito di 6,3 miliardi di euro. Ma la dinamica del 2022, e soprattutto del 2023, non è più valida: in totale, in questi due anni, la LEP ha guadagnato 4 milioni di follower e 34 miliardi di asset.
Questa crescita è stata alimentata dal tasso di remunerazione del conto di risparmio (ha raggiunto il 6,1% per sei mesi nel 2023), dall’aumento a 10.000 euro del massimale e dagli sforzi di comunicazione. Di fronte a questi risultati eccezionali, la Banque de France, che promuove attivamente la LEP, si è posta, all’inizio del 2024, l’obiettivo di raggiungere 12,5 milioni di titolari entro la metà dell’anno. A sei mesi dalla scadenza il conto non c’è ancora (11,8 milioni).
La posta in gioco è alta, perché in Francia la LEP è, come suggerisce il nome, lo strumento di risparmio popolare fondamentale per la costituzione di un cuscino precauzionale. Il suo tasso è infatti vantaggioso: è l’unico livret che deve compensare l’inflazione ed essere remunerato almeno 0,5 punti in più rispetto al Livret A, senza contare che lo Stato concede spesso degli incentivi rispetto a questa formula di calcolo. Da febbraio, ad esempio, il tasso LEP sarà del 3,5% (2,4% per il Livret A) mentre la formula avrebbe dovuto portarlo al 2,90%. Come nel caso del Livret A, gli interessi non sono tassati.
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I vantaggi della LEP sono riservati agli adulti non legati al nucleo familiare parentale e il cui reddito non supera determinati livelli, aggiornati ogni 1È Gennaio (l’operazione è quest’anno in attesa di una legge finanziaria). Ciò che conta è il reddito fiscale di riferimento, indicato nella cartella esattoriale. Secondo la Banque de France, circa 19 milioni di persone soddisfano queste condizioni. Risulta quindi coperta oltre il 60% della popolazione avente diritto: un dato in forte aumento, per chi vede il bicchiere mezzo pieno (era il 37% a fine 2021), un’occasione mancata per troppe famiglie ancora, per altre.
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