Mentre una giornalista di BFMTV, che oggi ha 88 anni, ha recentemente parlato della violenza sessuale subita dall’abate Pierre, questo lunedì, 13 gennaio, quest’ultimo è stato il nuovo capo d’accusa, secondo un rapporto.
L’Abbé Pierre è il bersaglio di nove nuove accuse di violenza sessuale, compreso lo stupro di minore e “abuso incestuoso”è quanto afferma un rapporto pubblicato lunedì dalla società specializzata Egaé e commissionato dalla direzione di Emmaüs. “Gli eventi descritti si sono svolti dagli anni ’60 agli anni 2000, la maggior parte del tempo in Francia e talvolta all’estero”si legge in questo rapporto che porta a 33 il numero delle testimonianze contro il sacerdote morto nel 2007.
Secondo le informazioni di pariginoquesto terzo rapporto rivela manipolazioni e aggressioni sessuali su bambini e adulti. Secondo il rapporto, un ragazzo minorenne, rimasto anonimo, è stato violentato dall’abate Pierre. Un’altra vittima, una donna della sua famiglia, ha subito abusi sessuali “fine anni ’90”.
Le altre vittime, designate solo tramite lettere nel rapporto, hanno profili diversi. Troviamo in particolare due badanti di un ospedale, tra cui una che aspettava un bambino quando le ha toccato la pancia e il petto. Un’altra persona di nome “CC”, che all’epoca dei fatti aveva circa vent’anni, lavorava per Emmaüs France quando l’abate Pierre gli disse “toccò i seni e introdusse brutalmente la sua lingua” nella bocca della giovane donna.
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“Una pila di foto”
Secondo la testimonianza di un’altra vittima, Henry Grouès le avrebbe scattato delle foto prima di riporre la foto scattata con la sua Polaroid in un cassetto contenente “una pila di foto” simile. Secondo Caroline De Haas, direttrice associata del gruppo Egaé, sì “Identificate almeno altre 57 vittime”ma non tutti volevano testimoniare.
Véronique Maegron, presidente della Conferenza dei Religiosi e delle Religiose di Francia, che ha raccolto le prime testimonianze all’origine di questa vicenda, spiega che “Con il senno di poi che abbiamo su questo tipo di questioni, dobbiamo temere almeno due o tre volte di più, tra coloro che non oseranno parlare, coloro che sperimentano una dissociazione traumatica”.
Sempre secondo i nostri colleghi, quest’ultimo sarebbe stato rinchiuso in Svizzera per sei mesi, in una clinica psichiatrica in seguito alle prime rivelazioni scritte dalla Chiesa negli anni Cinquanta che menzionavano comportamenti inappropriati da parte dell’abate.
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