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Fiorentina-Napoli 0-3: Neres, Lukaku e McTominay

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Il Napoli può ragionare da campione d’inverno per 10 giornate. E lo fa col botto. Perché vincere in maniera schiacciante a Firenze senza Buongiorno, Politano e Kvara è sintomo di grande maturità per la squadra di Antonio Conte che trova il triplo contro quella di Raffaele Palladino che sbaglia tutto e incassa la seconda sconfitta casalinga (dopo quella contro l’Udinese) di fila . I punti del Napoli in campionato sono 44. Nell’ultimo torneo dopo 18 partite erano appena 28. Dopo aver perso la prima trasferta a Verona, gli Azzurri hanno ottenuto sette vittorie e due pareggi fuori casa. Un sacco di bottino. Mentre la Viola, che giocava con una difesa a tre e un centrocampo asfaltato dal magico trio napoletano, sta andando in pezzi. Il pareggio del Torino con la Juve è stato fuorviante. Invece la squadra ha perso il suo smalto autunnale. E il Napoli è davvero una squadra da incubo. L’ultima vittoria viola risale al 29 aprile 2018 con una tripletta di Cholito Simeone che qui trovò moglie, ma che giocò gli ultimi 15 minuti della partita di Napoli al posto di Lukaku che lo fece e segnò il gol su rigore segna con efficacia chiudendo una partita aperta dallo scatenato brasiliano Neres e chiusa da Sir Mc Tominay.

pre-partita

La curva è fitta e si fa sentire. Palladino cambia molto per la prima volta. Fuori Gosens, Colpani e soprattutto Gudmundsson. Fuori anche Cataldi, ma a comandare è la caviglia del centrocampista romano, da tempo non al meglio, complice anche l’influenza. Al suo posto c’è Mandragora. Mentre Beltran supera l’islandese, rimasto in panchina per tutta la partita, e il giovane argentino Moreno, che ha avuto zero minuti in campionato, ha una chance in campionato. Vuol dire giocare a tre, ma vuol dire anche credere poco in Marin Pongracic, il pesante investimento fatto per la difesa: 15 milioni. Non è detto che possa giocare nel Monza. Le scelte di Conte sono obbligate visto che ha fuori Buongiorno, Politano e Kvara. Quindi 4-3-3 per Conte con Spinazzola alto come ala sinistra. E 3-4-2-1 per Palladino che conferma la fiducia in Fabiano Parisi al posto di Gosens, segno che non vuole privarsi dell’esterno dell’Avellino.

tu giochi

In campo la Fiorentina prova ad accelerare, approfittando di un avvio un po’ lento del Napoli. A 8 Dodo sa tirare bene, ma tira malissimo. Poi la squadra di Conte comincia a scendere in campo e la Fiorentina arretra. Oliveira chiude un bel triangolo con Lukaku al 15′ e segna, ma in fuorigioco. Tre minuti dopo Spinazzola salta Dodo con il quale vince il duello nella prima frazione e De Gea si salva murando. Al 22′ colpisce Rrahmani di testa ma non è preciso. La partita si scalda perché i viola, e di conseguenza il pubblico, si lamentano di Manganiello che si lascia andare troppo e al 28′ punisce Sottil che apre il gas ma prima si aiuta con la mano. Un minuto dopo il Napoli passa in vantaggio. Neres è furioso, bene Lukaku di sponda, il brasiliano sbriciola Parisi e non trova la resistenza di Ranieri e colpisce. Secondo gol in campionato, dopo quello del 4 ottobre contro il Como. La Fiorentina, che si era coperta troppo, aveva bisogno dello schiaffo per reagire. Lo fa e al 35′ Kean pareggia, su cross di Parisi, ma dopo aver controllato di petto sbaglia perché tocca anche con il braccio destro. Il gol è bello, ma irregolare. Al 3′ Mandragora alza il ritmo, prova il “castagnato”, ma Meret blocca bene lateralmente. Il primo giallo della partita è di Di Lorenzo al 40′ che strattona Sottil, nell’angolo alto sinistro dell’area. Allora non rimane più nulla.

seconda metà

Si riparte dagli stessi 22. Ma la partita della Fiorentina si complica subito: all’8′ Moreno pasticcia cercando di uscire con Anguissa attaccato che gli toglie palla e il giovane argentino lo atterra. Rigore sacrosanto che Big Rom Lukaku ha trasformato, portandosi a quota sette gol in campionato. 0-2. La Viola è abbattuta. Palladino rinuncia al modulo iniziale: fuori Parisi e Moreno, dentro Gosens e Colpani. Si torna al solito schema: 4-2-3-1. La nuova fiamma c’è: Mandragora colpisce al centro dell’area ma Meret si supera, sulla ribattuta Beltran deve solo segnare ma trova la faccia di Rrahmani. Poi lo manda fuori lo stesso argentino. Ma, come nella prima parte, è un tripudio perché al 23′ un Dodo irriconoscibile si fa rubare palla da Anguissa che scende e la mette al centro e Comuzzo, forse il miglior Viola finora, sbaglia e consegna il pallone. palla a McTominay che non sbaglia e porta lo 0-3. Partita sostanzialmente chiusa. Ci riprova Sottil ma la palla finisce di poco a lato. Con Meret che si ferma per crampi. Ma poi si alza e resiste. Fino alla fine. Si è arreso invece Olivera, costretto a uscire a un minuto e mezzo dalla fine accompagnato dallo staff medico. Entrano anche Raspadori e Gilmour. Per la gloria. Sul giornale distribuito fuori dallo stadio c’era il volto di Antonio Conte e il titolo era “Facciamolo piangere ancora”. Invece è la Fiorentina a piangere con Edoardo Bove seduto sconsolato accanto al padre Giovanni in tribuna. Adesso Palladino punta sul mercato, ma bisogna soprattutto cambiare marcia.

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