Vita Chiesa
26 Dicembre 2024 –
13:18
“Purtroppo ancora oggi ci sono, in varie parti del mondo, molti uomini e donne perseguitati, a volte fino alla morte, a causa del Vangelo”, ha detto il Papa, prima dell’Angelus dedicato a Santo Stefano, il primo martire della Chiesa, che morendo pregò per i suoi uccisori
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“Stamattina ho aperto la prima Porta Santa dopo quella di San Pietro nel carcere romano di Rebibbia: è stata, per così dire, la cattedrale del dolore e della speranza”. Lo ha detto il Papa ai fedeli radunati in piazza San Pietro per l’Angelus. “Una delle azioni che caratterizzano i Giubilei è la remissione dei debiti”, ha proseguito Francesco: “Incoraggio pertanto tutti a sostenere la campagna di Caritas internationalis intitolata ‘Trasformare il debito in speranza’, per sollevare i Paesi oppressi da debiti insostenibili e promuovere lo sviluppo”. Per Francesco, “la questione del debito è legata a quella della pace e del mercato nero degli armamenti”. “Basta colonizzare i popoli con le armi”, l’appello del Papa: “lavoriamo per il disarmo, lavoriamo contro la fame, contro le malattie, contro il lavoro minorile e preghiamo, per favore, per la pace nel mondo intero: la pace nella martoriata Ucraina, in Israele, nel Nord Kivu e in tanti Paesi che sono in guerra”.
“Rinnovo a tutti voi gli auguri di un Santo Natale”, ha detto il Papa, al termine dell’Angelus. “In questi giorni ho ricevuto tanti messaggi e segni di vicinanza: grazie!”, ha rivelato: “Desidero di cuore ringraziare tutti, ogni persona, ogni famiglia, le parrocchie, le associazioni. Grazie a tutti”. “Ieri sera – ha proseguito Francesco – è iniziata la festa delle luci, Hannukkah, celebrata per otto giorni dai nostri fratelli e sorelle ebrei nel mondo, ai quali invio il mio augurio di pace fraternità”. Poi il saluto a tutti i romani e ai pellegrini dall’Italia e dai vari paesi: “Penso che in molti abbiate fatto un percorso giubilare che conduce alla Porta Santa della basilica di San Pietro”, ha detto Francesco, secondo il quale si tratta di “un bel segno, che esprime il senso della nostra vita: andare a Gesù che ci ama e ci apre il suo corpo per farci entrare il suo regno di amore, di gioia e di pace”.
“Purtroppo ancora oggi ci sono, in varie parti del mondo, molti uomini e donne perseguitati, a volte fino alla morte, a causa del Vangelo”. Queste le parole pronunciate dal Papa, prima dell’Angelus dedicato a Santo Stefano, il primo martire della Chiesa, che morendo pregò per i suoi uccisori. “Questo ci fa riflettere”, ha commentato Francesco: “anche se a prima vista Stefano sembra subire impotente una violenza, in realtà, da uomo veramente libero, continua ad amare anche i suoi uccisori e ad offrire la sua vita per loro, come Gesù, perché si pentano e, perdonati, possano avere in dono la vita eterna”. In questo modo, per il Papa, il diacono Stefano “ci appare come testimone di quel Dio che ha un solo grande desiderio: ‘che tutti gli uomini siano salvati’ – questo è il desiderio nel cuore di Dio – e che nessuno vada perduto. Stefano è testimone di quel Padre, nostro Padre, che vuole il bene e solo il bene per ciascuno dei suoi figli, sempre; il Padre che non esclude nessuno, che non si stanca mai di cercarli e di riaccoglierli quando, dopo essersi allontanati, ritornano pentiti a lui. Il Padre che non si stanca di perdonare: Dio perdona sempre, Dio perdona tutto”.
Anche per i martiri di oggi, secondo Francesco, vale ciò che abbiamo detto di Stefano: “Non si lasciano uccidere per debolezza, né per difendere un’ideologia, ma per rendere tutti partecipi del dono di salvezza. E lo fanno in primo luogo proprio per il bene dei loro uccisori, e pregano per loro”. L’esempio citato dal Papa è quello di Christian de Chergé, priore dell’Abbazia di Tibhirine, ucciso con altri sei monaci trappisti in Algeria nel maggio 1996: un martire del nostro tempo, che nel suo testamento spirituale, prevedendo ormai imminente la morte, chiamava il suo futuro assassino ‘amico dell’ultimo minuto’”. “Chiediamoci allora”, l’invito finale: “sento io il desiderio che tutti conoscano Dio e si salvino? So volere il bene anche di chi mi fa soffrire? Mi interesso e prego per tanti fratelli e sorelle perseguitati a causa della fede? Maria, Regina dei Martiri, ci aiuti ad essere testimoni coraggiosi del Vangelo per la salvezza del mondo”.
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