DayFR Italian

Il regista Christophe Ruggia, accusato da Adèle Haenel di violenza sessuale su minore, è stato processato da lunedì

-

Lunedì 9 dicembre il regista Christophe Ruggia sarà processato per violenza sessuale su minore. La giustizia si è occupata della questione nel 2019, dopo un'indagine Mediapart sui fatti denunciati dall'attrice Adèle Haenel, che nel frattempo si è ritirata dal cinema.

Un simbolo del #Metoo del cinema francese. Cinque anni dopo aver parlato sulle colonne di Mediapart, l'attrice Adèle Haenel si troverà lunedì 9 dicembre di fronte al regista Christophe Ruggia presso il tribunale di Parigi.

Christophe Ruggia sarà processato lunedì e martedì per violenza sessuale su minore. Lui contesta le accuse. Secondo i rispettivi avvocati, all'udienza davanti al tribunale penale si presenteranno Christophe Ruggia (59 anni) e Adèle Haenel (35 anni), parte civile nel processo.

La giustizia si è occupata della questione nel 2019, dopo un'indagine Mediapart sui fatti denunciati dall'attrice, che nel frattempo si è ritirata dal cinema. Ha fatto il suo debutto lì nel film I diavolidi Christophe Ruggia. Adèle Haenel aveva 11 anni quando venne scelto il film e 12 durante le riprese nell'estate del 2001.

Disagio durante le riprese

Il lungometraggio, di cui dovrebbero essere proiettati alcuni estratti al processo, racconta la fuga perpetua di un fratello e di una sorella autistici abbandonati alla nascita. Una storia che nel corso del film diventa incestuosa, con diverse scene di sesso tra i bambini e primi piani del corpo nudo di Adèle Haenel.

Il film ha messo “a disagio” buona parte della troupe durante le riprese. Molti professionisti hanno spiegato che il regista ha posto Adèle Haenel sotto il suo controllo, isolandola, anche dai suoi genitori, e pretendendo che si impegnasse pienamente quando aveva solo 12 anni.

>
Adèle Haenel (a sinistra) e Vincent Rottiers (a destra) sul set del dramma francese “Les Diables” diretto da Christophe Ruggia. Il film è uscito l'11 settembre 2002 sugli schermi francesi. ©AFP

Ad esempio, le ha fatto recitare scene che l'hanno scioccata, come una sequenza in cui balla lascivamente davanti alla vera prigione di Lione, davanti ai detenuti che, dalle loro finestre, la insultano e la sessualizzano.

Il regista accusato di violenza sessuale su minore

Dopo le riprese, Adèle Haenel, mentre era in quarta elementare, si recava il sabato pomeriggio a casa di Christophe Ruggia. È lì, secondo l'attrice, che è il bersaglio di violenze sessuali.

Secondo il racconto che ha raccontato agli inquirenti, i fatti si svolgono sempre allo stesso modo. Christophe Ruggia chiede ad Adèle Haenel di sedersi sul divano. Lui le serve sempre lo stesso spuntino poi si avvicina e si siede accanto a lei e si avvicina sempre di più.

Sempre secondo il suo racconto, egli avrebbe cominciato accarezzandole le cosce prima di avvicinarsi “casualmente” per toccarle il sesso o il petto: “respirava affannosamente”, “mi baciava il collo”, ricorda agli investigatori. In diverse occasioni, cerca di sfuggirgli. Lei, ad esempio, lascia il divano per sedersi su una poltrona ma lui viene a sedersi sul bracciolo. In alcuni episodi cade persino a terra.

L'attrice ha sempre precisato di aver denunciato solo ciò di cui era “assolutamente certa”. Non esclude che siano successe altre cose che avrebbe nascosto alla sua memoria.

Christophe Ruggia nega tutto

Fin dall'inizio il regista ha contestato i fatti di cui è accusato. Con lo svolgimento delle udienze, ha riconosciuto che era inappropriato per un uomo di 36 anni invitare un bambino di 12 anni a casa sua, ma ha assicurato che non era mai successo nulla.

Afferma che Adèle Haenel ha creato una “realtà parallela” in cui pensa di essere stata aggredita. Ma non l'ha mai toccata. Lui, invece, ha menzionato la “sensualità traboccante” della dodicenne, ritenendo che assumesse pose audaci sul divano, facesse movimenti della lingua evocativi, “degni di un film porno”. Racconta che una volta lei era languida sul divano, che le si è alzata la maglietta e che lui è intervenuto per tirarla giù.

Di fronte agli investigatori, però, fatica a spiegare cosa stesse facendo con il giovane adolescente in questi sabato pomeriggio, il cui numero è stimato tra 120 e 150 nell'arco di diversi anni. Indica che hanno continuato a conoscere il cinema, che hanno discusso di film e ne hanno guardati alcuni. Interrogato, però, non ha saputo nominarne più di tre.

Oggi considera le accuse di Adèle Haenel una “vendetta”, soprattutto perché lei non avrebbe potuto tollerare che avesse scelto altre attrici negli altri suoi progetti. Da parte sua, assicura di aver preso la parola quando ha saputo che stava preparando un nuovo film con adolescenti i cui nomi d'arte previsti erano quelli dei personaggi del film diavoli.

Molti gli elementi nell'inchiesta

Questo caso include molti elementi, inclusa la testimonianza. Innanzitutto quello di Véronique Ruggia, sorella del regista, che ha partecipato al casting, ha formato Adèle Haenel e alla quale quest'ultima si è confidata. Véronique Ruggia ha affrontato il fratello con le accuse. C'è anche la testimonianza di Mona Achache, l'ex compagna di Christophe Ruggia che racconta di aver avuto paura per le sue due figlie quando aveva una relazione con lui.

Nel corso di una perquisizione sono stati rinvenuti anche elementi. Sul computer di Christophe Ruggia gli investigatori hanno scoperto un testo di 173 pagine intitolato “Adèle mi ha ucciso” in cui Christophe Ruggia fa osservazioni ambigue. Ci sono anche dichiarazioni e lettere d'amore ad Adèle Haenel.

Gli investigatori hanno anche isolato il fatto che il regista aveva cercato su Google “Adèle Haenel hot” sei anni dopo la loro ultima intervista. Di fronte a questi elementi il ​​regista ha mantenuto la sua posizione. Rischia una pena detentiva di dieci anni per “violenza sessuale su minore di 15 anni da parte di una persona autorizzata” e una multa di 150.000 euro.

Vincent Vantighem con Sophie Cazaux

Related News :