In un nuovo episodio del podcast Tetragrammaton di Rick Rubin, Pharrell Williams ammette che il più grande malinteso che le persone hanno su di lui è che sia un “fanatico della tecnologia”.
In realtà, pensa di non essere un granché quando si tratta di tecnologia. “Sono il peggiore”, confessa. “Utilizzo la tecnologia quanto ne ho bisogno.”
Quando gli viene chiesto cosa pensa della “musica programmata” rispetto alla “musica suonata dagli esseri umani”, spiega che sono due bestie completamente diverse. “La musica programmata è fantastica, ma, amico, quando un essere umano si blocca, c’è una sensazione che ne trae”, insiste.
In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale permea molte aree della musica, Williams teme per il futuro del settore. Sebbene affermi che l’intelligenza artificiale non sia in grado di catturare del tutto la sensazione umana in questo momento, crede che potrebbe farlo in futuro. “Ciò che sarà spaventoso è quando l’intelligenza artificiale arriverà nello stesso posto”, dice.
La sua posizione è piuttosto diversa da quella di alcuni dei suoi colleghi musicali, vale a dire suo cugino Timbaland, che ha recentemente annunciato la sua partnership con Suno AI, definendolo “il miglior strumento del futuro”. Afferma inoltre di utilizzare gli strumenti di intelligenza artificiale di Suno 10 ore al giorno.
In un altro punto della conversazione, Williams ricorda i suoi contributi a Kendrick Lamar Bene.
Williams ha scritto l’iconico hook del titolo e lo canta persino in alcuni punti della traccia. “Il modo in cui dicevo ‘va bene’… lo dicevo per una roba della Virginia,” ride. “Mi hanno corretto dicendo che va bene mettere la ‘R’ lì dentro… Era solo il feeling della canzone, e Kendrick l’ha colta davvero. Lo ha capito davvero”.
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