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Mozioni di censura, tasse, RN… Cosa ricordare dall’intervista a Michel Barnier su TF1 e 2

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Alla vigilia del voto sui testi che rifiutano la sinistra e la RN, il primo ministro, più che mai in prestito, ha tentato un’ultima volta questo martedì sera di convincere le opposizioni a non rovesciare il governo. E chiedere ai deputati di “dargli tempo”.

Michel Barnier gioca il massimo. Alla vigilia del voto dell’Assemblea sulle mozioni di censura presentate dal Raggruppamento Nazionale (RN) e dalla sinistra, in risposta al 49,3 lanciato lunedì sul bilancio della Previdenza Sociale, il Primo Ministro cerca ancora di impedire la caduta del governo. Tuttavia, la fine del mandato sembra inevitabile, data la volontà di Marine Le Pen, leader dei deputati del RN, di mescolare le voci delle sue truppe con quelle della sinistra. Nonostante la serie di concessioni sabaude sul mancato aumento dell’imposta sul prezzo dell’energia elettrica, la riduzione”sensato» Del paniere sanitario dell’AME (aiuto medico statale) o del rimborso dei medicinali, non è stato fatto nulla: l’eletta del Pas-de-Calais, che da tempo si è guardata dal rivelare le sue intenzioni in materia, ha deciso di premere il pulsante.

Nonostante il rovesciamento quasi annunciato della sua squadra, il primo ministro ha voluto chiamare a testimoniare i francesi invitandosi questo martedì sera alle “20:00” su TF1 e 2. Lo ha detto, a margine, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron visita in Arabia Saudita, “non credere al voto di censura”affermando di farlo “fiducia nella coerenza delle persone”, Michel Barnier ha immediatamente espresso il desiderio di restare al suo posto. E per avvisare: “Se la mozione passa, tutto sarà difficile e tutto sarà più serio”. Le Figaro riassume ciò che devi ricordare dall’intervista in prima serata del Primo Ministro.

Le tasse di 18 milioni di francesi “aumenteranno” in caso di censura, Barnier invita i deputati a “riflesso responsabilità”

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Minacciato di essere rovesciato dai due blocchi di opposizione, Michel Barnier ha dichiarato:desiderare» che non venga adottata una mozione di censura nei suoi confronti. “È possibile”sperava, restituendo la palla al “deputati che hanno ciascuno una parte di responsabilità, un riflesso di responsabilità, davanti ai francesi”. “Il miglior interesse del Paese significa qualcosa. Non è una questione di sopravvivenza politica”. si è scagliato contro il Primo Ministro davanti a Gilles Bouleau e Anne-Sophie Lapix. Il che ha sollecitato a lui la rappresentanza nazionale “dare tempo”.

Michel Barnier si è espresso anche sulle conseguenze di un rifiuto del bilancio 2025 qualora venisse effettivamente adottata una mozione di censura. «18 milioni» del francese “vedrebbero aumentare le loro imposte sul reddito”. Prima di dettagliare: “Altri pagheranno per la prima volta perché non siamo riusciti a inserire nella legge finanziaria la prevista reindicizzazione. È inevitabile. UN “instabilità” chi secondo lui avrà “immediatamente” un impattonei tassi di interesse”.

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“Va ben oltre la mia unica condizione”

Senza una maggioranza chiara dalle elezioni legislative anticipate – da allora la Camera bassa è divisa in tre blocchi – il capo del governo ha ricordato di trovarsi di fronte”una situazione fragile ed effimera”. Di fronte a questo enigma parlamentare, Michel Barnier ha voluto mostrare un certo livello di prospettiva. “Le dorature, le vetture ufficiali, gli ori della Repubblica, non è questo l’argomento, la colpa non è mia. Ciò che sta accadendo va ben oltre la mia unica condizione.” ha evacuato. Secondo il primo ministro “una mozione di censura non è un voto a favore o contro Barnier. È un voto su un testo”. Un modo di denunciare le rispettive strategie della destra nazionalista e del Nuovo Fronte Popolare, che porterebbe a “caos“. O il contrario di quello che vorrebbero “i francesi”.

Le Pen ha cercato di “stipulare una sorta di patto”

Mentre Marine Le Pen chiede da tempo che Michel Barnier ascolti il “linee rosse” della RN sotto pena di rovesciamento, impegnandosi in una lunga e delicata trattativa con Matignon, il Primo Ministro ha ritenuto che l’ex candidato alla presidenza volesse “stipulare una sorta di patto”. Garantendo che “c’è stato ascolto e rispetto” con il suo interlocutore. “Non sto negoziando, ho ascoltato (…) Abbiamo ascoltato tutti e abbiamo fatto progressi, progressi su tanti punti. Proprio ieri mattina, sulla cancellazione dei medicinali”, tuonò.

L’occasione per mettere sul fuoco il partito di fronte alle sue contraddizioni sul voto annunciato per il testo del PFN. “Dato che Madame Le Pen vuole rispetto, gli elettori del RN si sentiranno rispettati? Nell’editoriale (dalla mozione di censura della sinistra)si legge lì: “Abbiamo fatto la scelta della diga all’estrema destra”, “il primo ministro ha ceduto alle sue ossessioni più vili”. È questo rispetto? Questo testo potrebbe essere votato dai deputati della RN. Devono sapere per cosa votano”.ha strillato Michel Barnier martedì sera. Abbastanza per smuovere le fila nelle file del Raduno Nazionale?

Barnier esclude la possibilità di essere ribattezzato Matignon, interrogandosi sul “significato” di questo scenario

Nel caso in cui Michel Barnier venisse rovesciato, avrebbe rifiutato un’eventuale”rinominazione» in Matignon di Emmanuel Macron. “Non sono in quella situazione.”ha travolto il Primo Ministro. Neppure capendo il “senso» di questo scenario. “Che se cado domani, dopodomani mi troverò lì come se niente fosse, come se niente fosse?» scherzò. E ancora per concludere: “Voglio servire, è un grande onore”.

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