“Le persone hanno il diritto di godersi la vita dopo aver lavorato”, ha sottolineato martedì la capo dei deputati della LFI Mathilde Panot, che sogna una vittoria su questo testo per “mettere in atto” la “fine delle macronie”. Il testo, approvato senza incidenti la scorsa settimana in commissione, ritorna non solo alla riforma del 2023 – che riguardava l'età pensionabile – ma anche a quella portata avanti nel 2013 dalla ministra del PS Marisol Touraine – che aveva aumentato la durata del contributo.
950 emendamenti
Il gruppo socialista cercherà di salvare la riforma della Touraine con un emendamento del suo deputato Arthur Delaporte, ma approverà comunque la proposta di abrogare la riduzione dell'età, ha avvertito il suo leader Boris Vallaud. Se il testo venisse adottato, potrebbe poi continuare il suo percorso parlamentare, secondo la sinistra, che prevede di inserirlo il 23 gennaio all’ordine del giorno del Senato, dove non ha alcuna possibilità di essere adottato dalla maggioranza di destra e di centro. poi il 6 febbraio in seconda lettura all'Assemblea.
Per fare questo, dobbiamo ancora superare un primo ostacolo al Palais Bourbon, dove i dibattiti, che iniziano alle 9 del mattino, si concluderanno comunque a mezzanotte. Tuttavia, i deputati della “base governativa” hanno presentato più di 950 emendamenti a questo testo, che dovrebbero allungare notevolmente i dibattiti, col rischio di impedire una votazione in tempo. Alcuni di questi emendamenti mirano a svuotare la proposta del suo contenuto, in tutto o in parte, o a rinviarne l’applicazione al 2055 o al 2080.
Altre sono aggiunte semantiche, che qualificano la proposta di legge come un “approccio elettorale e ideologico”, o una riforma con “conseguenze finanziarie e sociali disastrose”. I deputati sostenitori del governo “vogliono impedire il voto perché sanno che lo perderebbero”, ha commentato il centrista Charles de Courson del gruppo di opposizione Liot, sorpreso che la “base comune” utilizzi tali “tecniche di blocco” mentre lui è minacciato di censura.
“Ipocrisia insopportabile”
Questa offensiva ha suscitato rabbia nelle file della sinistra: il portavoce del gruppo ambientalista Benjamin Lucas lo ha visto come un “sabotaggio indegno, tanto rozzo quanto grottesco” e la socialista Béatrice Bellay lo ha visto come “metodi criminali”. Quanto a Mathilde Panot, ha criticato un “ostruzionismo” che supera “tutte le soglie dell’autoritarismo”, e il suo partito LFI ha pubblicato sui social network i nomi degli autori degli emendamenti “inutili”. La France insoumise ha indetto una manifestazione a Les Invalides giovedì alle 19.
Nel campo governativo, tuttavia, sottolineiamo che tale strategia è una “buona guerra”, come sottolinea un deputato di LR. Le proteste del Nuovo Fronte Popolare costituiscono una “ipocrisia insopportabile”, ha dichiarato mercoledì il ministro del Bilancio Laurent Saint-Martin a France Inter, osservando che nel 2023, esaminando la riforma delle pensioni, la sinistra aveva “depositato 19.000 emendamenti e fatto durare i dibattiti tre settimane”.
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