Il Coordinamento Rurale del Centro-Valle della Loira manifesterà giovedì 28 novembre a Orléans. Verrà organizzata una marcia funebre tra la città amministrativa di Coligny e il centro città. Desidera, attraverso questa mobilitazione, esprimere le sue richieste alla DRAAF e alla prefettura regionale.
La mobilitazione del Coordinamento rurale del Centro-Val de Loire avrà inizio davanti alla Direzione regionale dell'alimentazione, dell'agricoltura e delle foreste (Draaf) del Centro-Val de Loire, situata a Coligny, rue du Faubourg-Bannier, alle 11.00.
I manifestanti parteciperanno poi ad “una marcia funebre”, tra il Draaf e la prefettura del Loiret, rue de Bourgogne, “per simboleggiare questo agricidio silenzioso, denunciando la progressiva scomparsa della nostra agricoltura e la mancanza di sostegno ai nostri agricoltori”, dettagli il Coordinamento rurale in un comunicato stampa.
“Concorrenza sleale”
Il sindacato partecipa, da lunedì 18 novembre, a “un movimento di malcontento senza precedenti in tutto il paese”. Perché nonostante “le promesse fatte dai governi che si sono succeduti, la constatazione è amara: non è stato ottenuto nulla nelle nostre aziende agricole”, ritiene. “L'Unione europea continua ad avere una totale incoerenza tra la sua politica commerciale e la sua politica agricola. Firma trattati di libero scambio e si prepara a firmare quello di troppo, il Mercosur.
Il Coordinamento rurale si nutre della rabbia degli agricoltori
E denunciare”sovrarecepimento delle norme“, UN “concorrenza sleale“e l'importazione di prodotti dai paesi vicini dove”alcuni prodotti vietati in Francia, come i neonicotinoidi, sono autorizzati“.
Il sindacato spiega che gli agricoltori francesi, “già soggetti a una tassazione particolarmente pesante e ad alti oneri sociali imposti dalla MSA”, vedono la loro competitività ancora più indebolita rispetto ai loro omologhi stranieri.
Mercosur: agricoltori sottoposti a concorrenza sleale e contraddizioni sempre più forti
Del “verifiche didattiche” richieste
Il Coordinamento rurale richiede “l’istituzione di controlli educativi piuttosto che punitivi”. Ma, secondo il sindacato, “gli eletti rifiutano questa richiesta
e si giustificano allo stesso modo della signora prefetta: “Ssospendere i controlli significa correre il rischio che la Commissione europea si rifiuti di pagare il sostegno della Pac.” Vogliamo prezzi, non bonus: vogliamo poter vivere del reddito del nostro lavoro senza essere costantemente monitorati via satellite ogni 24 ore e fino a 40 controlli all’anno”, conclude il comunicato.
Perché l’accordo di libero scambio tra Unione Europea e Mercosur non è in linea con la sfida climatica?
Maude Milekovic
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