Il controverso caso dell'autostrada A69 al vaglio dei tribunali. Il relatore pubblico, che la settimana scorsa si è pronunciato a favore della revoca dell'autorizzazione del sito, dovrà presentare le sue conclusioni questo lunedì nel corso di un'udienza presso il tribunale amministrativo di Tolosa (Alta Garonna). Questi ultimi potrebbero seguire questo parere, che porterebbe all’interruzione dei lavori iniziati nel 2023 in Occitania.
Secondo il collettivo di oppositori “La Voie est libre” (LVEL), il relatore pubblico, un magistrato indipendente, si è espresso in particolare a favore dell’annullamento totale del decreto del marzo 2023 che autorizza il collegamento autostradale tra Castres e Tolosa (Tarn). che da diversi mesi è oggetto di forti proteste da parte degli ambientalisti.
“È abbastanza sorprendente, ma non prevede la decisione” della corte, ha dichiarato all'AFP il sindaco di Mazamet, Olivier Fabre (diversi a destra), uno degli eletti del Tarn a favore della A69. Per lui, “l'eventuale chiusura del cantiere sarebbe catastrofica” e potrebbe “ritardare la tanto attesa apertura stradale del sud del Tarn”.
Questa argomentazione è spesso avanzata dai sostenitori della A69, come il presidente del consiglio dipartimentale del Tarn, Christophe Ramond, il deputato macronista Jean Terlier o la presidentessa dell'Occitania, Carole Delga, del PS. Da parte loro, gli oppositori denunciano la distruzione delle zone umide, dei terreni agricoli, degli alberi, degli ecosistemi e delle falde acquifere, e sottolineano che l'attuale strada nazionale è lungi dall'essere saturata.
“Fiducia nella giustizia”
Lunedì mattina, poco prima dell'inizio dell'udienza, questi anti-A69 intendono riunirsi davanti alla stazione di Matabiau, vicino al tribunale, “per esprimere pacificamente la (loro) fiducia nella giustizia”. Già la settimana scorsa, LVEL aveva espresso la sua “speranza” di vedere le conclusioni del relatore pubblico seguite da “una decisione altrettanto informata” del tribunale amministrativo di Tolosa.
Questo tribunale dovrà esaminare quattro ricorsi contro il progetto autostradale tra cui due richieste di annullamento dei decreti prefettizi che autorizzano i collegamenti autostradali A69 e A680 (collegamento tra l'attuale autostrada A68 e la futura A69) presentate da France Nature Environnement. Il fatto che questi ricorsi non siano stati ancora esaminati è stato per diversi mesi uno dei principali argomenti degli ambientalisti che contestavano il sito per opporsi alla sua continuazione.
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La costruzione dell'A69, un tratto autostradale di 53 km che ridurrebbe il tragitto Castres-Tolosa di una ventina di minuti, è oggetto di accese proteste intervallate da grandi assembramenti intervallati da scontri tra oppositori e forze dell'ordine. La concessionaria della futura A69, Atosca, afferma di aver presentato più di 150 denunce per danni al sito che si estende per decine di chilometri.
Gli oppositori hanno denunciato anche incendi che ritengono intenzionali, tanto che la Procura di Tolosa ha aperto due inchieste per “danni da incendio” in agosto e settembre su quella che allora era ancora una “Zona da difendere” (ZAD) occupata da attivisti anti-A69 a Verfeil (Alta Garonna). Il 7 ottobre quest'ultimo è stato smantellato e la polizia è riuscita a allontanare i restanti “scoiattoli”, attivisti appollaiati sugli alberi nella zona di lavoro, per impedirne l'abbattimento.
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