A Marsiglia, Amiens, Parigi e alla Riunione, migliaia di persone hanno manifestato contro la violenza sulle donne sabato 23 novembre, due giorni prima della Giornata internazionale dedicata a questa causa. Sui cartelli, diversi messaggi: “affinché le nostre vite non siano più classificate senza seguito”, “tra dieci femminicidi è Natale”o anche “I vestiti non fanno lo stupro”.
A Parigi, nel corteo, si esprime la rabbia contro il governo: da quando Emmanuel Macron è salito al potere si sono verificati più di mille femminicidi, ricordano numerosi manifesti. Secondo le associazioni presenti, i sindacati e i partiti politici di sinistra, “I governi che si sono succeduti hanno fatto molte promesse ma i mezzi sono scarsi e in diminuzione”. Tra la folla, Apolline, 23 anni, esprime la sua rabbia. “Ciò che mi fa impazzire è che dovremmo avere una capacità di formazione e mobilitazione da parte dei nostri esponenti politici per sensibilizzare sui temi della violenza sessista e sessuale”.
“Purtroppo al momento vediamo che questo non è affatto un tema prioritario per Emmanuel Macron”.
Apolline, 23 annisu franceinfo
L’obiettivo di questa mobilitazione è quindi quello di chiedere al governo di rafforzare anche le politiche di prevenzione della violenza e di educazione all’uguaglianza. Aïcha, 34 anni, vuole credere in altre possibilità. “Credo in un mondo in cui le cose potrebbero essere organizzate diversamente, in cui ai bambini non venga insegnato a essere violenti e alle ragazze a sopportare e in cui, di conseguenza, un mondo in cui non ci sarebbero né incesto traumatico né stupro traumatico, né aggressione permanente , questo è ciò che intendiamo con la parola 'patriarcato',” confida.
Ce “patriarcato” è, secondo i manifestanti, al centro del processo per stupro Mazan che si svolgerà davanti al tribunale penale di Vaucluse ad Avignone con l'udienza prevista per lunedì 25 novembre. Hélène ritiene che questo processo le abbia aperto gli occhi. “Questo caso è orribile, indicibilmente violento. Grazie al suo coraggio nel rendere pubblico questo processo, permette all’opinione pubblica e a tutta la società civile di dire che esiste il fatto di dire che possiamo avere il nostro vicino, l’insegnante, l’allenatore , il terapeuta, che può abusare di una donna nel sonno.”
Secondo il collettivo “Tutti Noi”, il profilo dei 51 uomini accusati di stupro mediante soggiogazione chimica conferma ciò che le associazioni femministe ripetono da decenni: gli autori delle violenze non sono mostri, sono uomini del nostro entourage e “La vergogna deve cambiare lato“.
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