Per evitare una mobilitazione su larga scala nel periodo di Natale e Capodanno, la direzione della SNCF ha annunciato un aumento degli stipendi al di sopra dell'inflazione, mentre la compagnia ferroviaria affronta uno sciopero contro lo smantellamento di Fret SNCF. Christophe, macchinista e revisore dei conti RMC, spiega da parte sua che dal 2022 è stato aumentato solo di 100 euro.
Un nuovo sciopero poco partecipato dei ferrovieri colpisce giovedì la SNCF che protestano contro lo smantellamento di Fret SNCF. Un sollievo per i vertici dell'impresa ferroviaria anche se aleggia ancora lo spettro di un grande sciopero rinnovabile con l'avvicinarsi delle vacanze.
Questa giornata di sciopero, presentata come un “ultimatum” davanti al movimento rinnovabile, a partire dall'11 dicembre, avrebbe dovuto avere un impatto anche sulle trattative salariali. Ma ieri la direzione ha rivelato le sue proposte: non ci sarà il congelamento degli stipendi. La SNCF propone quindi un aumento complessivo dei salari al di sopra dell'inflazione: +2,2%, ovvero 0,7 punti in più.
In 2 anni, tra il 2022 e il 2024, gli stipendi più bassi della SNCF sono aumentati del 17%. Oggi, lo stipendio più basso della SNCF è di 1.568 euro, 142 in più rispetto al salario minimo netto che ammonta a 1.426 euro.
Da 3.960 euro netti a 4.030 in 2 anni
Ma il conto non c'è, deplora Christophe, macchinista della SNCF che non sciopera questo giovedì: “Tra il mio bollettino del mese di ottobre 2022 e quello del 2024, mi sono stati aumentati di 100 euro”, assicura giovedì il ferroviere su RMC e RMC Storia. «Ho ricevuto 3.960 euro netti nell'ottobre 2022 e 4.030 euro nell'ottobre 2024», spiega.
Uno stipendio confortevole ma con “condizioni” speciali e “molte responsabilità”, spiega Christophe. E questo stipendio, lungi dall'essere aumentato del 17%, comprende quindi orari e bonus scaglionati e non viene preso in considerazione nel calcolo della sua pensione, spiega il ferroviere.
Le trattative salariali devono proseguire alla SNCF. La bozza di accordo è soggetta alla firma delle organizzazioni sindacali fino al 29 novembre 2024.
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