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“Se devo morire perché altri possano vivere del loro mestiere, lo farò”: a Carcassonne, fuochi accesi dai contadini in segno di protesta

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A Carcassonne diversi trattori che trasportavano rami, trucioli di legno e altri materiali infiammabili si sono fermati alla rotonda Georges Pompidou per bruciare tutto in segno di protesta. In questione, la firma del trattato di libero scambio del Mercosur o le promesse “parzialmente mantenute” dal governo in seguito allo sciopero dello scorso febbraio.

Tanto velocemente è arrivato quanto velocemente se ne è andato. Questo lunedì 18 novembre, all'inizio della serata, gli utenti che percorrevano abitualmente la strada dipartimentale provenienti dalla zona di attività del Pont Rouge a Carcassonne sono stati sorpresi dalla presenza di diversi trattori che trasportavano materiali infiammabili e si dirigevano alla rotonda Georges Pompidou per un punchy azione. Obiettivo degli agricoltori: bruciare le spedizioni per cinque minuti prima di trasferirle in un altro sito, il tutto sotto il controllo della polizia e dei vigili del fuoco. Pochi minuti prima avevano effettuato la stessa operazione a Pezens e Pennautier.

Il primo capitolo di una settimana all'insegna della protesta, soprattutto per la firma del trattato di libero scambio del Mercosur. Quest'ultimo mira a facilitare le importazioni di prodotti agricoli non soggetti alle norme francesi o addirittura ad esse “promesse parzialmente mantenute” del governo dopo la prima grande mobilitazione dello scorso febbraio.

Se i contadini non si sono fermati sul posto, alcuni di loro hanno accettato di testimoniare sulla situazione che loro stessi descrivono “invivibile”. È il caso in particolare di un viticoltore di Cabardes che, insieme alla moglie, non percepisce lo stipendio da un anno: “Come è possibile che i contadini non possano più vivere dei frutti del loro lavoro? Il Primo Ministro ha detto che se bloccassimo più di 24 ore o se ostacolassimo il traffico, manderebbe il CRS. È intollerabile che in questo paese, non possiamo tirare avanti con uno stipendio. La rabbia salirà in un crescendo.”

Il sentimento che predomina tra i cinquantenni è “Paura”secondo le sue stesse parole. Temetelo nelle prossime settimane “stiamo arrivando a una rivoluzione”. Indica anche “l’onnipresenza dei controlli” : “Alla fine della dimostrazione iniziale, l'OFB non ha ottenuto nulla (Ufficio francese per la biodiversità, ndr) viene a controllarci con veemenza, non siamo delinquenti. Se non si ottiene nulla, la rabbia non diminuirà. Se devo morire affinché altri possano guadagnarsi da vivere con la loro professione, lo farò”.

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