Se il tribunale pronunciasse una sentenza di eleggibilità con esecuzione provvisoria contro la leader della RN, lei non potrebbe candidarsi alle prossime elezioni presidenziali.
Domanda posta da Elias martedì 12 novembre 2024.
Dopo le requisitorie contro gli imputati nel processo contro gli assistenti parlamentari del Fronte Nazionale (diventato poi RN), è questa la domanda che tutti si pongono: Marine Le Pen potrà, o meno, candidarsi nel 2027 ? Mercoledì 13 novembre l'accusa ha chiesto contro l'ex candidato alla presidenza una condanna a cinque anni di carcere, comprese due pene severe, una multa di 300.000 euro e cinque anni di ineleggibilità, accompagnata da esecuzione provvisoria.
Quest'ultimo punto è molto importante. L'esecuzione provvisoria significa che la sentenza entra in vigore non appena viene pronunciata; non impedisce al condannato in primo grado di ricorrere in appello, ma ne annulla l'aspetto sospensivo. Una misura che, in questa specifica materia, può fare la differenza.
Nel caso in cui, tra qualche mese, al momento di emettere la sua decisione, la Corte non avesse seguito integralmente le richieste dell'accusa, condannando Marine Le Pen ad un'ulteriore pena di ineleggibilità, ma senza mantenere l'esecuzione provvisoria, sarebbe possibile che il tribunale decisione del tribunale non definitiva al momento della presentazione delle candidature presidenziali: i termini, più o meno lunghi, combinati con le diverse vie di ricorso (corte d'appello, Corte di Cassazione poi Corte europea dei diritti dell'uomo) consentirebbe senza dubbio a Marine Le Pen di correre senza problemi, secondo i vari specialisti consultati.
Se invece il tribunale conservasse la pena di ineleggibilità, accompagnata dalla provvisoria esecuzione, il destino di un’eventuale candidatura sarebbe molto più incerto. Spetterà infine al Consiglio costituzionale esaminare la situazione. È infatti questa istituzione ad avere il compito di convalidare i candidati alle elezioni presidenziali.
Nessuna giurisprudenza
A prima vista, secondo Cosima Ouhioun, avvocato che interviene nella difesa penale dei funzionari eletti, la questione sembra risolta: un'esecuzione provvisoria impedirebbe puramente e semplicemente a Marine Le Pen di candidarsi nel 2027. Lei spiega: “Per candidarsi alle elezioni presidenziali è necessario soddisfare diverse condizioni tra cui quella di non essere soggetti a una sanzione di ineleggibilità. Se Marine Le Pen sconta una sentenza di ineleggibilità il giorno della sua candidatura, il Consiglio Costituzionale dovrà invalidarla. In pratica non farà parte della lista dei candidati arrestati dal Consiglio costituzionale. Questo sarebbe senza precedenti perché come dice l'istituzione“finora il Consiglio costituzionale non ha mai dovuto respingere una domanda per inosservanza di tali obblighi”.
Non esiste, infatti, attualmente, giurisprudenza sull'esame da parte del Consiglio costituzionale di tale candidatura di soggetto soggetto a pena di ineleggibilità accompagnata da esecuzione provvisoria.
Esiste, invece, giurisprudenza relativa all'esame da parte del Consiglio costituzionale di un'eventuale decadenza dai mandati in corso dopo che sia stata pronunciata una sentenza di ineleggibilità. Giurisprudenza nella quale, secondo il penalista Thomas Hénon, potrebbe annidarsi uno spazio per un dibattito giuridico. E quindi una possibile suspense sul caso Le Pen.
In passato i saggi hanno infatti esaminato i casi del senatore Gaston Flosse nel 2010, del senatore Jean-Noël Guérini nel 2021, poi del deputato Michel Fanget nel 2022. Tutti sono parlamentari al momento in cui vengono condannati a pena di ineleggibilità con esecuzione provvisoria. Per quanto riguarda Guérini e Fanget, il Consiglio costituzionale decide che, esecuzione provvisoria o meno, gli eletti che hanno presentato ricorso alla Corte di cassazione possono rimanere in carica, sentenza che sarà definitiva solo dopo una sentenza della massima corte, in ogni caso su mandato in corso. E su una domanda appena presentata? Silenzio radiofonico.
Per Thomas Hénon è proprio in questa assenza di precisione che resta il dubbio: “In queste decisioni non c'è alcuna sentenza che distingua un'ineleggibilità in senso stretto da un mandato attuale, la quale dica che l'esecuzione provvisoria si applicherebbe alle sentenze di ineleggibilità ma non ai mandati attuali. Si potrebbe immaginare che si tenterà un ricorso sulla base di questa giurisprudenza. In ogni caso c’è lo spazio per sostenerlo”.
Altri esperti hanno un’opinione più chiara
Un'interpretazione che Cosima Ouhioun ascolta, senza però esserne convinta: «Bisogna ammettere che la motivazione è scritta nelle decisioni del Consiglio costituzionale [sur les cas Guérini et Fanget, ndlr] solleva domande. Il Consiglio costituzionale sarebbe pronto ad estendere la sua giurisprudenza sugli attuali mandati parlamentari a nuovi candidati? In altri termini, potrebbe trattenere la candidatura alle elezioni presidenziali di una persona la cui sentenza di eleggibilità è accompagnata da esecuzione provvisoria ma non definitiva con il pretesto che la condanna non è definitiva? Questo mi sembra improbabile”.
Alcuni esperti hanno addirittura un’opinione più decisa. L'AFP, in un dispaccio che interroga diversi specialisti di diritto privato e costituzionale, si esprime in maniera molto affermativa sulla questione. E per garantire: “Se i giudici seguiranno le richieste, Marine Le Pen non potrà candidarsi alle prossime elezioni presidenziali o a qualsiasi altro mandato elettorale”.
correzione
Modifica 14 novembre ore 21:30: modifica della qualifica della specializzazione di Me Ouhioun
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