TRIBUNA – Richiedendo l'esecuzione provvisoria di una pena detentiva comprensiva di cinque anni di ineleggibilità, la procura di Parigi mostra un rigore eccessivo, analizza l'ex segretario generale del Consiglio costituzionale.
Jean-Eric Schoettl è ex segretario generale del Consiglio costituzionale.
Il 13 novembre, dopo otto anni di indagini, più di un mese di udienze e poche ore di conclusioni, la pubblica accusa ha rifiutato davanti al tribunale penale di Parigi le sentenze previste nel caso degli assistenti degli eurodeputati del Fronte Nazionale (ora Raduno Nazionale). Contro Marine Le Pen si tratta di cinque anni di carcere, di cui tre con sospensione condizionale, 300.000 euro di multa e cinque anni di ineleggibilità, con esecuzione provvisoria; contro gli altri ventisei imputati (Louis Aliot, Nicolas Bay, Bruno Gollnisch, Julien Odoul, ecc.), varie sentenze dello stesso genere; nei confronti del partito stesso, una multa di due milioni di euro.
Nei suoi estesi sequestri, la Procura non ha avuto difficoltà a smantellare, data l'abbondanza e la convergenza degli indizi, il sistema organizzato tra il 2004 e il 2016 dai vertici della RN per mettere al servizio principale gli assistenti dei suoi deputati, o addirittura…
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