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Darmanin ritiene “scioccante” la possibile ineleggibilità di Marine Le Pen

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Primo esponente del blocco centrale a pronunciarsi sulle requisizioni nella vicenda degli assistenti parlamentari del FN, l'ex ministro degli Interni rifiuta che il suo avversario nazionalista “non possa comparire davanti al voto dei francesi”.

Il suo commento rischia di spargere molto inchiostro. A poche ore dalle requisizioni della Procura nel caso degli assistenti parlamentari del Fronte Nazionale (FN), che chiedevano cinque anni di carcere, di cui tre con la sospensione, ma soprattutto una sentenza di ineleggibilità contro Marine Le Pen, Gérald Darmanin si qualifica COME “scioccante” lo scenario in cui si trova il suo avversario nazionalista “non può resistere al suffragio dei francesi” alle prossime elezioni presidenziali. Primo esponente del blocco centrale a parlare pubblicamente di questo ipotetico impedimento, l'ex ministro dell'Interno lo accetta: “La lotta contro Madame Le Pen si fa alle urne, non altrove”.

Mentre l'accusa ha chiesto al tribunale di combinare questa ineleggibilità con un'esecuzione provvisoria, cioè che si applicherebbe immediatamente anche in caso di appello di Marine Le Pen, la deputata del Nord ribadisce il concetto. E difende quella affrontata nel febbraio 2021 durante un dibattito televisivo sulla legge sul separatismo. “Se il tribunale ritiene che debba essere condannata, non può essere condannata elettorale, senza l’espressione del Popolo”ha insistito Gérald Darmanin.

Un modo per chi non nasconde le proprie ambizioni per il 2027 per non dare l'impressione di disprezzare Marine Le Pen in corsa per l'Eliseo. Anche considerandolo come un futuro concorrente: “Non abbiamo paura della democrazia ed evitiamo di allargare ulteriormente la differenza tra le “élite” e la stragrande maggioranza dei nostri concittadini”.

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