GLADIATORE II ★★★
(M) 150 minuti
Quando un film è un successo paragonabile a quello di Ridley Scott Gladiatore nel 2000, un seguito è solitamente in cantiere in breve tempo. La difficoltà è questa Gladiatore ebbe un finale abbastanza definito, con l'eroe Maximus Decimus Meridius (Russell Crowe) che morì nell'arena romana dopo essere sopravvissuto a molti round di sanguinosi combattimenti.
Nel corso degli anni, secondo quanto riferito, si è parlato di continuare la storia in vari modi, incluso seguire Maximus nell'aldilà. Ma all’età di 87 anni, Scott ha finalmente scelto la strada che lo riporterà a Roma. Scritto dal suo collaboratore abituale David Scarpa, Gladiatore II fa un salto avanti di una generazione fino al 200 d.C. per raccontare le imprese del figlio in esilio di Massimo, Lucio (Paul Mescal), presentato come un contadino che vive tranquillamente nell'Africa settentrionale.
Una stella nascente nota soprattutto per i film d'autore come Dopo il soleMescal saggiamente non cerca di emulare la spavalderia di Crowe: mantiene un modo piacevolmente stoico e riservato, come se non vedesse se stesso come qualcosa di speciale. Tuttavia, Lucius ha ereditato l'abilità di guerriero di suo padre, come scopriamo quando viene catturato dai romani e costretto a combattere nell'arena, desiderando nel frattempo vendicare la morte di sua moglie (Yuval Gonen).
Parallelamente a ciò si svolge una lotta nell'ombra sul futuro di Roma, in cui un ruolo centrale è svolto dall'intrigante mentore di Lucius Macrinus (Denzel Washington), un ex schiavo con l'ambizione di raggiungere la vetta.
Altre figure chiave includono una coppia di imperatori giovani e squallidi (Joseph Quinn e Fred Hechinger), un generale spietato ma ben intenzionato (Pedro Pascal), che sta complottando per rovesciarli, e l'aristocratica madre di Lucius (Connie Nielsen, una dei pochi personaggi del cast membri di ritorno dal primo film), che impiega un po' di tempo per riconoscere suo figlio.
Attraverso la sceneggiatura c'è un dibattito sulla vera natura dell'Impero Romano, che in un attimo potrebbe essere preso come un'allegoria per l'America nel presente: può essere riportato al suo antico splendore, o questa gloria è sempre stata una finzione?
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