Dalla nostra inviata Federica Cocchi
10 novembre – 08:40 -TORINO
Tutti per Jannik. Non solo l’amore della gente, il tifo di un palazzetto tutto esaurito da settimane, ma anche quello della famiglia. Sinner, che debutta questa sera alle Finals contro Alex De Minaur, è stato raggiunto a Torino anche dai genitori Hanspeter e Siglinde e dal fratello Mark, che staranno con lui in questi giorni. Sarà un momento importante per Jannik, legatissimo alla famiglia che ha lasciato da ragazzino per sistemarsi a Bordighera da Riccardo Piatti e crescere da campione. La famiglia a cui ha dedicato il primo Slam della carriera, in Australia, con un discorso molto toccante: “Auguro a tutti i bambini di avere dei genitori come i miei – aveva detto -. Mi hanno sempre permesso di scegliere, mi hanno lasciato libero”. La famiglia che quest’anno ha pianto la morte prematura della zia materna, a cui il campione ha rivolto un pensiero durante la premiazione dello Us Open. La famiglia che gli è stata vicina anche nel momento più difficile, quando ha scoperto di essere positivo al Clostebol. Il papà è corso a Montecarlo, e insieme a lui è rimasto anche Darren Cahill, altro elemento fondamentale del team: “È stato uno shock – raccontava Jannik pochi giorni fa -, ma è stato importante per me avere accanto le persone che mi vogliono bene e che mi conoscono davvero”. Come anche il fratello Mark, che resta il suo punto di riferimento: “L’unica persona con cui posso parlare di tutto, quella che sa quasi tutto di me e a cui so di potermi appoggiare in ogni momento”.
MONDO
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Il suo piccolo mondo incontaminato, quello in cui si sente protetto: “Le persone che mi sono più vicine sono quelle che mi frequentano da sempre, quando ero semplicemente Jannik, e non un personaggio famoso”. Affetti concreti, capaci di rigenerare il campione altoatesino quanto la «sciatina di Natale», a cui non rinuncia per niente al mondo; «I miei boschi, la mia natura, così riesco a riconnettermi con le radici». E quando non è lui ad andare a Sesto, è il suo paese a correre da lui: a Torino oggi è in arrivo anche un gruppo di tifosi della sua comunità, quelli che lo hanno festeggiato a giugno, quando è tornato fresco di numero 1 al mondo. In quell’occasione Sinner aveva firmato anche il Libro d’oro, la massima onorificenza del piccolo comune altoatesino.
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squadra
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Quella di Jannik Sinner è una famiglia allargata che diventa squadra, e comprende i coach Simone Vagnozzi e Darren Cahill, le fondamenta del gruppo. Vagno e Darren lo seguono da quasi tre anni, hanno condiviso con loro le gioie dei trionfi e le difficoltà del caso doping: “Jannik ha trovato nelle righe del campo il suo luogo sicuro”, ha detto il tecnico australiano, e del luogo sicuro fanno parte anche le persone che lavorano con lui. Il distacco da Umberto Ferrara e Giacomo Naldi, preparatore atletico e fisioterapista che hanno involontariamente causato la positività di Jannik al Clostebol, non è stato semplice. Ora accanto a lui ci sono Marco Panichi e Ulises Badio, passati da un numero 1 all’altro. Prima di Sinner, infatti, hanno curato il fisico di Novak Djokovic, da cui si sono separati la scorsa stagione. Il nuovo gruppo è già ben amalgamato: si lavora sodo, ma i sorrisi non mancano. E nemmeno le vittorie: da quando sono entrati in squadra ufficialmente, il 1° ottobre, Panichi e Badio hanno già “giocato” una finale a Pechino e vinto il Masters 1000 di Shanghai oltre all’esibizione di Riad. In questi giorni, tra partite di calcetto a rete, e allenamenti, l’atmosfera è la migliore possibile. Sinner sa che ovunque dirigerà lo sguardo troverà un sorriso, un applauso, un incitamento, si tratti di pubblico, famiglia o team. Jannik per tutti, tutti per Jannik.
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