UDINE. Nel disastro di Valencia l’imprenditore udinese, Marco Passoneesperto di microfiltrazione dell’acqua a chilometro zero, ha perso diversi impianti per la purificazione dell’acqua installati soprattutto nelle scuole colpite dall’alluvione.
Ma da buon friulano Passone a cui stanno a cuore le sorti dell’ambiente, non ha ancora quantificato il danno: «Non posso farlo – spiega –: di fronte a tutti questi morti, circa 300 persone compresi i dispersi, mi vergogno a chiedere il risarcimento. E per ora non lo farò».
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A eccezione di alcune forniture installate nelle aree più colpite, Passone, abitando nella zona nord della città, non ha subito gli effetti della Danala goccia fredda che ha devastato la città spagnola. Contattato telefonicamente nella città dove vive da 25 anni, l’imprenditore si stupisce, non ritiene che la sua esperienza possa suscitare interesse in patria nonostante abbia appena parlato ai microfoni di radio Onde furlane di Udine.
La storia
La storia di Marco Passone racconta come un giovane, nato nel 1970 e cresciuto in Baldasseria, il quartiere a sud di Udine, neolaureato in Scienze politiche abbia deciso di lasciare l’Italia. Venticinque anni fa quando non ancora trentenne partì da Udine per dirigersi verso la Spagnaalle dipendenze di un’azienda di Modena che gli aveva affidato i mercati spagnoli e portoghesi dei materiali da costruzione, non si parlava né di fuga di cervelli né di inverno demografico.
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Oggi Marco sorride e racconta: «Non avevo ancora compiuto 30 anni quando accettai di trasferirmi in Spagna, lo feci per introdurmi rapidamente nel mondo del lavoro». Da allora ha tagliato diverse tappe fino a costituire una piccola azienda, la Cold&Pure, con quattro dipendenti e 300 mila euro di fatturato l’anno, per fornire, compresa la posa in opera, le fontane che consentono di bere e di utilizzare l’acqua a chilometro zero. «Possiamo paragonarle alle casette dell’acqua italiane – spiega l’imprenditore udinese – anche se, a differenza dell’Italia, in Spagna l’acqua pubblica non si vende. Le casette dell’acqua o le fontane non vengono lasciate in mano ai privati».
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Chiarito questo aspetto l’imprenditore fa notare che la sua azienda, costituita cinque anni fa con un socio basco, fornisce l’attrezzatura per garantire l’acqua pubblica nelle scuole, nelle mense e nelle piazze dove la gente può fornirsi gratuitamente.
«In questo modo si riducono gli spostamenti e quindi il numero dei mezzi in movimento sulle strade, i residui della plastica sul territorio e, quindi, la Co2» insiste l’imprenditore dimostrandosi sensibile alle problematiche ambientali. In questo campo segue le orme del suo maestro e partner friulano, nonché titolare della Bbtec di Feletto Umberto (Tavagnacco), Livio Busana. «Quando ho qualche dubbio sulle fontane mi piace pensare che Livio e la Bbtec sono i miei referenti» continua l’imprenditore udinese trasferito in Spagna in pieno boom economico, quando, a suo avviso, era più facile fare alcune scelte.
Il rapporto con Udine
Oggi a Valencia ha moglie e figlia e, pur portando Udine nel cuorenon riesce a immaginare un suo possibile rientro nel capoluogo friulano. «A Udine tornerò a Natale, lo farò con mia figlia per trascorrere le festività con mia madre» continua Passone, non senza soffermarsi sui ricordi della sua giovinezza vissuta nel capoluogo friulano. «Quando rientro a Udine – ammette – mi rendo conto di essere cambiato e, molto probabilmente, assieme a me, è cambiata pure la mia città». Passone, insomma, vorrebbe poter riempire quel vuoto che lo separa dall’immagine di Udine scattata quando di anni ne aveva ancora pochi.
La tragedia di Valencia
Abitando a Valencia nord, la zona risparmiata dalla furia dell’acqua, Passone ha la casa intatta e tutti gli affetti al suo fianco. Ad alcuni suoi amici è andata peggio e a loro va il pensiero dell’imprenditore udinese quando prova a descrivere l’entità del disastro.
Lo fa con un nodo alla gola che prova a soffocare con la determinazione del friulano che, di fronte all’emergenza, si tira su le maniche e aiuta chi ha più bisogno. «Nelle scuole distrutte abbiamo perso le fontane, ma come ho già detto mi vergogno a chiedere il risarcimento dei danni». Passone fatica a descrivere la tragedia che ha colpito la zona sud di Valencia, le foto che aveva scattato nei luoghi disastrati le ha cestinate perché gli faceva troppo male continuare a guardarle.
«Viviamo ancora uno stato di emergenza, nessuno si aspettava un simile disastro nonostante non fosse la prima volta che capitava. La Dana è un fenomeno ciclico, generalmente in questo periodo dell’anno le inondazioni si ripetono, ma non con la portata dei giorni scorsi» sottolinea Passone nell’ammettere che «questo fenomeno inizia a preoccupare proprio perché – sono sempre le parole dell’imprenditore friulano – colpisce troppo frequentemente zone densamente popolate».
E a chi gli chiede se spera in una diversa gestione del rischio idrogeologico, Passone risponde: «Conoscendo la Spagna, paese molto simile all’Italia, alle belle parole non sempre seguono azioni concrete». L’imprenditore ricorda «l’ormai storica inondazione del 1957 a cui è seguita la deviazione del corso del fiume che fino ai giorni nostri ha mantenuto al riparo Valencia».
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