Dalla creazione nel 1989 della Vendée Globe, una regata in solitaria, sui 200 tentativi di completare il giro del mondo, 86 si sono conclusi con l'abbandono.
Delle nove edizioni, quella del 2008 è stata la più dura per gli skipper: più della metà non ha tagliato il traguardo (18 su 30). Le edizioni 1992-1993 e 1996-1997 furono quelle più luttose, rispettivamente con due e un decesso.
Albero, chiglia, timone: punti deboli ricorrenti
Del totale degli abbandoni registrati dal 1989, circa due terzi sono stati causati da danni tecnici.
Quando gli organizzatori individuano un'unica causa di abbandono, i problemi agli alberi vengono al primo posto: 15 degli 86 abbandoni sono stati causati dallo strappo dell'albero o da problemi agli elementi velici. Nel 2008, un disalberamento costò a Yannick Bestaven, futuro vincitore dell'edizione 2020-2021, il suo posto in regata, appena due giorni dopo la sua partenza.
Nel 1993 Bertrand de Broc è costretto ad abbandonare a causa di problemi alla chiglia della sua barca, come altri 13 concorrenti in tutte e nove le edizioni. Nel bel mezzo della regata, lo skipper viene avvertito dagli architetti della sua barca a vela che i bulloni di questa parte, che normalmente serve a garantire l'equilibrio della nave, sono stati dimensionati in modo errato. Il rischio di ribaltarsi è troppo grande e il francese deve arrendersi.
Per quanto riguarda il timone, che è parte del timone, anche questo è spesso mancato tra i partecipanti: nove abbandoni su 86 erano attribuibili a questa parte della barca.
Un abbandono su dieci per collisione
Quasi il 10% degli abbandoni sono causati da collisioni e nella maggior parte dei casi l'oggetto colpito non viene identificato.
Ma gli skipper sanno che il pericolo aumenta quando si avvicinano alla costa, dove corrono il rischio di colpire i pescherecci. Questo tipo di incidenti si sono verificati due volte nel 2012, al largo delle coste del Portogallo, costringendo Louis Burton e Kito de Pavant ad abbandonare la competizione.
Nel 2016, Kito de Pavant ha dovuto abbandonare ancora una volta la regata e lasciare la sua barca gravemente danneggiata, dopo una collisione con un capodoglio.
Due edizioni in lutto
Delle 86 volte in cui i partecipanti non sono riusciti a raggiungere il traguardo, due hanno avuto un esito tragico. Nell'edizione 1992-1993, Nigel Burgess annegò pochi giorni dopo la partenza, a causa di una tempesta nel Golfo di Biscaglia e, nel 1997, il canadese Gerry Roufs morì in una tempesta nel Pacifico meridionale. Nel suo ultimo messaggio afferma che “ le onde non sono più onde, sono alte come le Alpi”.
Quanto all'americano Mike Plant, che doveva partire nel 1992, scomparve nell'Atlantico mentre si recava a Les Sables-d'Olonne. Da queste due edizioni sono state imposte nuove norme di sicurezza.
Ma se l’evoluzione del numero degli abbandoni non suggerisce un trend chiaro, l’ultima edizione del 2020-2021 si è comunque distinta: solo un quarto dei velisti non ha concluso la regata, un record.
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