Aurelién Tchouameni è arrivato al Real Madrid nel 2022l'estate avrebbe dovuto farlo Mbappé ma alla fine non è andata così. La delusione con l’allora attaccante del PSG fu prestoa maggio e prima della finale di Champions League contro il Liverpool a Parigi, che diede al club lo spazio per un investimento importante su una posizione che, in quel momento, non era prioritaria: 80 milioni (e altri 20 per obiettivi) per il Monaco in cambio del sostituto di Casemiro. Ma il destino è capriccioso e settimane dopo, il brasiliano ha suggellato il suo trasferimento allo United. E Tchouameni, venuto a imparare dal maestro, si è ritrovato titolare e destinatario di una fiducia da parte di Ancelotti che ieri sembrava essere del tutto infranta.
Perché con gli spalti non ha mai vissuto un idillio. È arrivato circondato da un certo clamore, come tutti quelli che arrivano da un campionato poco seguito e che vengono scrutati in base agli highlights. Per ora con l'appellativo di miglior recuperatore in un campionato impegnativo come quello francese. Ma il suo percorso a Madrid ha avuto poco a che fare con quello. Dove il Bernabéu si aspettava intensità e onnipresenza, si sono ritrovati indolenza ed errori che costano gol.
Ieri erano due: nello 0-1 di Thiaw, saltava accovacciato e si opponeva appena al centro di Pulisic; e sull'1-2 prima ha perso palla con un passaggio terribile, poi ha messo una leggerissima pressione su Pulisic e Leão, che ha lasciato tirare senza troppi problemi, e per di più è rimasto a guardare e perde la marcatura di Morata, che conclude la palla in rete dopo la parata di Lunin. Il primo gol del Milan ha distribuito un po' di più le colpe (Rüdiger è caduto a terra con poco, anche Militao non è stato intenso e anche Lunin è riuscito a dominare meglio lo spazio aereo), ma il secondo ha certo avuto pochi dubbi e i minuti che Tchouameni ha avuto dopo erano accompagnati da rumore. Almeno sono stati pochi: Ancelotti lo ha ritirato nella ripresa. Quando l'impianto di diffusione sonora ha dato il suo nome, il fischio è stato evidente.
I numeri non difendono Tchouameni
Nei 45 minuti giocati ha effettuato appena tre recuperi, una cifra bassa per un presunto specialista del ruolo. Ma il problema è più profondo: nelle quattro partite giocate finora in Champions League ne ha giocate solo 10 e dopo la sconfitta contro il Milan sono stati 227 i giocatori con più possessi conquistati. per la sua squadra, nove dei quali compagni di squadra nel suo spogliatoio. E questo, con metà delle squadre ancora da disputare i propri duelli nella quarta giornata. Una volta completato questo, si prevede che Tchouameni passerà dalla posizione 300 in basso.
Non è un fenomeno esclusivo della Champions, in campionato non brilla in quello per cui dovrebbe distinguersi. Ha 44 recuperi nel campionato nazionale, superato da 19 centrocampisti in quella statistica, come Koke, Pepelu, Pedri, Torró, Milla… E non è nemmeno il miglior recuperatore del Real Madrid in campionato: Valverde lo migliora di gran lunga (63). In effetti, l'uruguaiano è il vero recupero del Real Madrid, dato che guida quella sezione dei dati insieme a Pedri, anche lui con 63.
La novità in tutto questo è che anche Ancelotti abbassa il pollice per il francese senza che ci sia un problema fisico. Sorprendentemente, il nome dei media non è comparso nell'apparizione del tecnico dopo la partita, anche se aveva già anticipato che avrebbe dovuto apportare delle modifiche alla squadra: “Senza impazzire, ma dobbiamo cercare soluzioni per essere più equilibrati e solido.” Questo sabato, contro l'Osasuna al Bernabéu, è il momento di vedere se queste soluzioni implicano dare a Tchouameni la panchina che merita.
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