Trump e Harris sono gli unici due candidati che hanno possibilità di vincere, ma ufficialmente alle elezioni presidenziali ci sono anche altri candidati di partiti diversi. Quella principale è Jill Stein, del partito dei Verdi. Era già stata candidata nel 2012 e nel 2016, ottenendo però sempre risultati marginali, intorno all’1 per cento dei voti. Quest’anno Stein ha criticato sia Harris che Trump su varie questioni, tra cui soprattutto la gestione della guerra nella Striscia di Gaza e l’atteggiamento adottato da entrambi nei confronti di Israele, considerato troppo favorevole non solo da Stein ma da molti elettori arabi e musulmani.
Stein non ha possibilità di vincere nemmeno stavolta, e nei sondaggi è data intorno all’1 per cento. In un’elezione così contesa, però, potrebbe togliere voti importanti a entrambi i partiti e soprattutto a Kamala Harris. A metà ottobre il Partito Democratico aveva anche diffuso uno spot contro Stein, dove sostiene che un voto per lei sia «in realtà un voto per Trump».
Jill Stein (AP Photo/Ross D. Franklin)
A queste elezioni si era candidato anche Robert Kennedy Jr., figlio di Bobby Kennedy, ucciso nel 1968 mentre era candidato alla presidenza degli Stati Uniti, e nipote del presidente John Fitzgerald Kennedy, assassinato a Dallas nel 1963. Kennedy Jr. sostiene da almeno vent’anni varie teorie complottiste e antiscientifiche, ed è uno dei principali esponenti del movimento antivaccinista statunitense. Dopo aver lasciato il Partito Democratico si era candidato come indipendente, ma la campagna è stata parecchio travagliata: a fine agosto si è ritirato e ha dato il suo sostegno a Donald Trump. Nonostante questo, il suo nome compare ancora sulle schede elettorali di alcuni stati, tra cui il Michigan e il Wisconsin.
Robert F. Kennedy Jr. (AP Photo/Morry Gash)
Il candidato di un “terzo partito” che ha ottenuto più voti nella storia degli Stati Uniti fu Theodore Roosevelt, ex presidente Repubblicano che nel 1912 si ricandidò con il Partito Progressista e ottenne il 27,4 per cento dei voti. Più di recente, nel 1992 l’indipendente Ross Perot ottenne il 18,9 per cento dei voti (gli altri candidati erano il Democratico Bill Clinton, che vinse, e il Repubblicano George H.W. Bush). Nel 2000 Ralph Nader, dei Verdi, ottenne più di 97mila voti in Florida, dove il risultato fu annunciato dopo settimane di riconteggi e il Repubblicano George W. Bush vinse per appena 537 voti. Secondo molti, se Nader non fosse stato candidato il risultato finale avrebbe potuto essere diverso, e forse avrebbe vinto il Democratico Al Gore.
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