EDITORIALE – Evocando la memoria della terribile guerra civile algerina, “Houris” raggiunge una scala che certamente va oltre la letteratura. È questa l'ambizione che la giuria del Goncourt ha voluto distinguere.
Il palmares di Goncourt non è più da lodare: ieri Malraux, Proust, Gary. Oggi Makine o Houellebecq, pochi grandi romanzieri sono sfuggiti alla sagacia di questo circolo. Con Kamel Daoud i giurati premiano più di uno scrittore. C'è certamente Oreun volume che si compone come il grande romanzo del decennio oscuro. Ma c'è anche una personalità la cui voce arriva lontano: da anni Daoud parla e scrive liberamente di società e potere. Sottolinea regolarmente il crescente divario tra loro. Il suo pubblico ma anche la sua audacia lo portarono a lasciare Orano, dove le vessazioni si moltiplicavano, per stabilirsi in Francia.
Proprio di recente, all'editore Gallimard è stato vietato di partecipare alla Fiera del Libro di Algeri, senza alcuna ragione precisata. Non c'è bisogno di essere un grande chierico per vedere un collegamento con la pubblicazione di Oreche il suo unico soggetto condanna ad essere condannato all'illegalità. Ore è un romanzo voluminoso e ambizioso: il narratore…
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