Secondo la sua famiglia, Imad Amhaz risiedeva temporaneamente nella piccola città costiera di Batroun, nel nord del Libano, vicino all'istituto di formazione marittima dove era iscritto. All'alba di venerdì 1 novembre, mentre la notte era ancora buia, secondo le riprese delle telecamere a circuito chiuso, è stato rapito da una ventina di uomini armati. Non si sono preoccupati di essere discreti: i vicini di Amhaz li hanno sentiti forzare la porta. Parlando in arabo, hanno affermato di essere membri di un servizio di sicurezza libanese, prima di partire via mare.
Solo il giorno successivo l'agenzia di stampa ufficiale libanese ha fatto luce sui dettagli dell'incidente, che da allora ha suscitato scalpore nel Paese. Nel contesto della guerra, quando l’offensiva israeliana lanciata il 23 settembre sul Libano ha ucciso oltre 1.900 persone, sono immediatamente emersi i sospetti che il rapimento fosse un’operazione guidata da Israele, che sta cercando di distruggere Hezbollah. Sabato sera, un ufficiale militare israeliano ha annunciato in un comunicato che un'unità d'élite della marina, la “Flotilla 13”, aveva effettuato una “operazione speciale” a Batroun e “arrestato” un “agente senior di Hezbollah”, che secondo lui era sottoposto a un interrogatorio in Israele.
Hezbollah è rimasto per lo più in silenzio. Sabato ha semplicemente descritto questo raro rapimento come “aggressione sionista”. Anche le autorità libanesi hanno detto molto poco di questo rapimento, che è sotto inchiesta.
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Secondo tre fonti giudiziarie citate dall'agenzia di stampa americana Associated Press, l'inchiesta mira a stabilire se Amhaz sia stato rapito per i suoi legami con Hezbollah o perché lavorava per un servizio di intelligence israeliano, nel qual caso sarebbe stato esfiltrato. A casa sua sono state trovate una dozzina di carte SIM, insieme ad almeno due passaporti. Secondo quanto riferito, la maggior parte delle telecamere a circuito chiuso vicino al luogo del rapimento erano state disattivate. Si dice che l'operazione sia durata solo pochi minuti. L'indagine dovrà far luce anche sui segnali registrati dai radar militari, che potrebbero aiutare a capire quale nave sia entrata nelle acque libanesi. La presenza di questi radar è stata rafforzata all’inizio degli anni ’20, per contrastare le partenze illegali di migranti dal Libano a Cipro.
La “libertà di movimento” di Israele in Libano
Situata in una zona cristiana, Batroun è una popolare località turistica per i libanesi. Ahmaz proveniva originariamente da un villaggio sciita nell'est del paese aveva studiato presso l'Istituto di Scienze e Tecnologie Marittime della città (MARSATI). Suo padre ha negato che Amhaz avesse qualsiasi legame con Hezbollah e ha affermato che suo figlio era il capitano di una nave commerciale.
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