Insomma, ovunque contemporaneamente, senza nemmeno studiare la mappa elettorale. Come uno spruzzo gigantesco sui suoi rivali. Il sito di notizie politiche Axios ha definito questa strategia “the spruzzoovvero “the splash”: è la scelta di Trump, in spregio alle logiche aritmetiche del collegio elettorale (e ai moniti della sua consigliera Susie Wiles, che conosce a memoria le contee più contese) che avrebbe voluto che si puntasse su i sette Stati chiave in cui i due candidati sono testa a testa, invece di rincorrere territori conquistati a lungo dalla sinistra.
Il resto dopo questo annuncio
Questa tattica è contraria a quella del democratico che, a parte un viaggio a Houston, in Texas, si attiene ai vecchi metodi: cercare voti negli stati chiave. I viaggi di Trump fuori dal stati campo di battaglia non sempre sembrano coerenti. Ma Trump è convinto di poter vincere il voto popolare, cosa che non accadeva per un candidato repubblicano dal 2004, quando George W. Bush batté John Kerry. Non impossibile: alcuni sondaggi lo mettono a pari merito con Kamala Harris per il risultato nazionale o in un rapporto di forza entro il margine di errore. Il miliardario ha così aperto altri fronti, più urbani, meno conservatori. Le città hanno donatori più generosi ma anche donne delle periferie, questo segmento dell’elettorato che manca.
Sotto un caldo opprimente, Trump ha tenuto un incontro a metà ottobre a Coachella, a est di Los Angeles, in California, uno stato che non vincerà, dato che il vantaggio dei democratici è considerevole sulla costa occidentale, da Seattle a San Diego via Portland. Questa è la speranza del candidato: dimostrare che il movimento Maga – acronimo di Rendi di nuovo grande l’America – è lungi dall’essere scollegato dalla realtà delle città. L’inflazione e la crisi dei migranti hanno colpito la vita di milioni di americani, spesso appartenenti a minoranze etniche, che faticano a sopravvivere al mese. Gli affitti, in quattro anni, sono aumentati in media del 20% negli Stati Uniti, secondo CoStar Group, società di analisi del mercato immobiliare.
Questa tattica va contro quella del democratico che si attiene ai vecchi metodi: cercare voti negli stati chiave.
Il Trump che quest’anno ha tenuto tre incontri nella regione di New York ha anche aumentato il numero delle interviste, su tutti i media, a patto che siano guardate da quante più persone possibile. A Elon Musk, ma anche a Joe Rogan, presentatore (libertario e compatibile con il candidato) di uno dei podcast più visti al mondo. Questa dispersione ha avuto l’effetto di dare alla sua base l’impressione di un candidato ultra sicuro di sé, ma anche di far sudare freddo i democratici. I loro Stati, le loro città, la cui gestione viene così spesso criticata, sono state attaccate direttamente sul posto.
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