Questo martedì 5 novembre i cittadini americani che non hanno votato per corrispondenza dovranno recarsi alle urne per votare gli elettori che nomineranno essi stessi il futuro presidente degli Stati Uniti. Gli americani che vivono nell'Aude, o gli Audei che vivono negli Stati Uniti, esprimono il loro punto di vista su queste importanti elezioni.
Grande giorno per i cittadini americani, questo martedì 5 novembre, poiché dovranno eleggere il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Chi sarà eletto, Kamala Harris o Donald Trump? Molto intelligente chi potrebbe dirlo, visto che queste elezioni si preannunciano molto combattute, soprattutto grazie al sistema elettorale americano, dove i cittadini non votano direttamente per il loro presidente ma per gli elettori che poi nominano loro stessi il nuovo Potus.
Se i primi risultati dovessero arrivare nella notte tra martedì e mercoledì, intorno alle 5 del mattino, ora francese, probabilmente dovremo aspettare ancora diversi giorni per avere i risultati definitivi. Queste grandi elezioni sono quindi seguite molto da vicino in tutto il mondo, e anche dagli americani dell'Aude, e dagli Audois d'America, che aspettano, con impazienza e un certo timore, di sapere chi sarà Kamala Harris o Donald Trump 47esimo presidente degli Stati Uniti. Hanno deciso di consegnare le loro analisi e osservazioni a L'Indépendant.
Reed Brody, ex viceprocuratore distrettuale dello Stato di New York, vive a Montolieu da diversi anni, ma vota in Pennsylvania, uno degli Stati indecisi che potrebbe far pendere la bilancia a favore dell'uno o dell'altro candidato. Descrive una delle campagne elettorali “il più intenso” vissuto a lungo.
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Heide, californiana in pensione, da poco stabilitasi a Narbonne, basa le sue speranze sulla vittoria di Kamala Harris e del Partito Democratico e teme “perdere la democrazia”se Donald Trump verrà eletto.
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Fred e Margot sono arrivati a Limoux 7 anni fa e seguono con attenzione le elezioni americane. Sperano nella sconfitta di Trump tanto quanto la temono. Se il candidato repubblicano perde, si teme un episodio di violenza come l’assalto al Campidoglio del gennaio 2021, avvenuto in un contesto di contestazione del risultato delle elezioni del 2020.
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Philippe Marco, originario di Narbonne e franco-americano, vive in California da 30 anni. Analizza la campagna e il prossimo voto: “Non è la California che cambierà qualcosa nelle elezioni e stiamo parlando più della stagione del football americano che delle elezioni”.
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Un'osservazione condivisa da Jessica, originaria di Cuxac-Cabardès e insegnante in Louisiana per 4 anni: “Viviamo in campagna, non ha niente a che vedere con le grandi città dove la gente parla solo di questo”.
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