Nessuna violenza, nessun ferito. Questo era il credo del rapinatore Bruno Sulak, soprannominato anche “Arsène Lupin delle rapine”. Per sette anni, questo ladro, ex legionario, ha fatto impazzire i migliori poliziotti di Francia.
Una vita stravagante messa in scena da Mélanie Laurent in Liberofilm disponibile su Amazon Prime da venerdì 1 novembre. È Bravo Luca (Emily a Parigi) che interpreta il ruolo del rapinatore, accompagnato da Léa Luce Busato che interpreta Thalie, la sua amante e complice nel crimine. Una vita di vagabondaggio e di complicità che la coppia conduce con i suoi accoliti (Steve Tientcheu, Radivoje Bukvic) durante le loro operazioni criminali.
Il film non manca di presentare un altro personaggio importante in questa vicenda che ha segnato gli annali della criminalità organizzata: quello del Georges Moréas, ex capo dell'OCRB (Ufficio centrale per la lotta contro la criminalità organizzata)interpretato da Yvan Attal. Fu lui a rintracciare il rapinatore, al punto da condividere con lui una certa complicità, come racconta lo stesso poliziotto nell'episodio di L'ora del crimine dedicato a Bruno Sulak.
Ho avuto l'impressione, ad un certo punto (…) che volesse cambiare vita.
Georges Moréas su Bruno Sulak
Più volte il rapinatore lo schernisce di persona. “Ho avuto l'impressione, ad un certo punto, visto che mi ha chiamato più volte (…) che volesse cambiare vita. Non voglio dire che cercasse un consiglio, ma un po', da qualche parte, perché in il suo ambiente, non poteva averne (…) aveva bisogno di un parere neutrale“, ricorda Georges Moréas al microfono di Jean-Alphonse Richard.
Come testimonia il suo modus operandi, Bruno Sulak non ha il profilo di un criminale senza legge. “Era una persona piuttosto timida, cosa che non si dice spesso”, aggiunge lo scrittore Philippe Jaenada, autore di un'opera sul viaggio del ladro. Cioè qualcuno che non era un grande nome, non necessariamente sicuro di sé. che balbettava un po’ e tuttavia faceva cose assolutamente straordinarie, rapine di straordinaria audacia, e che tuttavia era una persona gentile, gentile”, descrive lo scrittore.
Al di là del titolo evocativo, il film dà un posto d'onore a questo lato sentimentale del personaggio : ossessionato dall'idea di libertà, Bruno Sulak non smette mai di voler proteggere i suoi compagni – e soprattutto colei che ama… al punto da fare di tutto per ritrovarla.
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