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La morte di Ratan Tata, erede di un impero industriale e icona indiana

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Un’espressione riassume perfettamente la potenza del gruppo Tata Inde la sua influenza sulla vita del Paese: non è detto che si possa”vivere utilizzando solo prodotti e servizi TataÈ vero che è difficile sfuggire alla presenza del marchio e delle sue innumerevoli filiali nella vita quotidiana del paese più popoloso del mondo, dove la scomparsa di Ratan Tata, martedì 9 ottobre 2024, ha scatenato una pioggia di tributi del Primo Ministro Narendra Modi alla star di Bollywood, l’attore Salman Khan.

Per darvi un’idea del colosso rappresentato dal gruppo Tata, il conglomerato conta quasi un milione di dipendenti in India, distribuiti in più di 50 aziende, presenti anche in un centinaio di paesi in tutto il mondo. Attività diverse come acciaioautomobili, energia, immobili, tè, aeroplani e persino elettrodomestici. Dalla lavatrice al sale messo in tavola, passando per l’assicurazione dell’auto o della casa, Tata è ovunque nella vita degli indiani, e la compagnia da sola rappresenta il 6% del Pil indiano.

Trasformare un’impresa in un impero

Questo potere e questa portata devono molto a Ratan Tata, che prese il controllo del gruppo nel 1991 e che lo portò nell’era della globalizzazione. Ha diversificato le sue attività, affermandosi ben oltre i confini del paese e acquisendo simboli che possono essere visti come un affronto alla colonizzazione britannica: il marchio Tetley nel 2000 o la leggendaria casa automobilistica Jaguar nel 2008, integrata nella Tata Motors. Tata possiede anche la principale società di servizi digitali in Asia ed è uno dei pesi massimi della telefonia e di Internet.

Ritiratosi per diversi anni dagli affari diretti del gruppo per dedicarsi ad attività filantropiche, Ratan Tata segue la stirpe dei grandi leader di una famiglia emblematica dell’India. La leggenda narra che iniziò nel gruppo come apprendista, affiancando gli operai negli altiforni per la produzione dell’acciaio. Conserverà un’immagine di modestia e integrità, alla guida di un gigante intimamente legato alla storia nazionale. Jamshedji Nasarwandji Tata, fondatore dell’azienda nel 1868, aveva un sogno: costruire le prime acciaierie del paese e contribuire a costruire la nazione indiana. Circa 150 anni dopo, il gruppo Tata è inseparabile dal decollo economico e sociale del paese più popoloso del mondo.

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