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Piccole manovre e grandi ambizioni attorno al Partito Socialista

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Riunioni simili a cospirazioni, lancio di nuovi movimenti, richieste per l’organizzazione urgente di un congresso, il Partito socialista anima il ritorno in politica questo autunno. Fortemente uscito dalle elezioni legislative anticipate, con 66 deputati, il PS risveglia i desideri e fa volare le ambizioni.

Non si lasciano mai: Carole Delga, François Hollande, Bernard Cazeneuve, Raphaël Glucksmann, Karim Bouamrane pranzi e incontri pubblici. Una volta a Bram, nella roccaforte del presidente della regione dell’Occitania, un’altra allo stadio Bauer presso il sindaco di Saint-Ouen, o ancora a La Réole, in Gironda, per il ritorno a scuola dell’ex capofila PS Piazza agli Europei. Cosa hanno in comune? Voler rimettere la socialdemocrazia al centro della strategia del “partito delle rose”. “E perché no”considerane uno, “creare un grande movimento comune”probabilmente attrarrà “i macronisti di sinistra”. Ma, per riuscirci, tutti concordano sulla necessità di prendere le distanze dalla LFI, prendendo a modello quello del PS con il Partito Comunista alla fine degli anni ’70, che alla fine portò alla vittoria di François Mitterrand alle elezioni presidenziali.

Olivier Faure, un bersaglio sulla schiena

Ma prima di rimettere la socialdemocrazia al centro del progetto, devono sbarazzarsi di Olivier Faure. “Un sottomesso agli Insoumi”, “sotto lo stivale di Jean-Luc Mélenchon” inveire contro Faure. Ma il 1° segretario ha dalla sua i risultati per il 2024: quasi il 14% alle elezioni europee, prima di raddoppiare il numero dei deputati del PS nell’Assemblea grazie al Nuovo Fronte Popolare. I cospiratori dovranno quindi essere astuti per liberarsene. Non si trattava di fare campagna per un’uscita dal sindacato della sinistra che non avevano voluto. È anche complicato convincere gli attivisti a schierarsi attorno a correnti che hanno passato il loro tempo a denigrare la strategia del management. “Non dobbiamo assolutamente fare un congresso contro Faure”stima uno degli ideatori del colpo di stato, che spinge per un candidato consensuale.

Boris Vallaud, soluzione e minaccia?

Questo candidato ideale potrebbe essere Boris Vallaud, attuale presidente del gruppo socialista all’Assemblea. Ha il vantaggio di aver sempre seguito la linea gestionale, pur dimostrando una certa indipendenza, e ora mette in mostra le sue ambizioni, dopo aver procrastinato a lungo. Questa settimana pubblica un libro in cui sostiene un nuovo percorso. L’unico problema è che queste ambizioni potrebbero non fermarsi al PS e questo potrebbe essere un grosso problema, perché le elezioni presidenziali del 2027 sono l’obiettivo anche di Delga, Glucksmann, Cazeneuve, Bouamrane e persino Hollande. Risultato, e come dice lo slogan: questo rischia di esserlo “più caldo del clima”

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