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Tra Israele e Iran, il timore di una guerra regionale

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Il sistema antimissile israeliano Iron Dome intercetta i missili iraniani, visto da Ashkelon, Israele, 1 ottobre 2024. AMIR COHEN / REUTERS

Dalla regione centrale di Israele dove suonavano le sirene d’allarme, era possibile vederli in cielo nella prima serata di martedì 1È Ottobre: ​​piccole tracce luminose che sembravano avanzare in fila, e in gran numero, prima che risuonassero le esplosioni sorde delle intercettazioni di questi missili iraniani, o quelle, molto più rare, del loro impatto al suolo, nei pressi di Tel- Aviv o verso il Negev.

Pochi minuti prima, un comunicato israeliano aveva invitato la popolazione a prepararsi a raggiungere i rifugi più vicini in vista dell’arrivo dei missili balistici che sarebbero stati lanciati dall’Iran e che avrebbero raggiunto il loro obiettivo molto più rapidamente che durante il precedente attacco iraniano nella notte del 13 aprile, durante il quale vari tipi di missili e droni hanno impiegato diverse ore per raggiungere il territorio israeliano.

Martedì sera sono stati lanciati in totale poco meno di duecento missili balistici. Se gli specialisti stimano che una parte significativa – fino a un terzo – generalmente non arriva a destinazione, le difese antiaeree israeliane (Iron Dome, David’s Sling, Arrow) sono state rafforzate da anni con mezzi americani. cacciatorpediniere in navigazione nella regione, per intercettare il maggior numero possibile di questi missili. All’operazione hanno partecipato le forze francesi. “La Francia ha mobilitato oggi le sue risorse militari in Medio Oriente per contrastare la minaccia iraniana”, si legge in un comunicato stampa dell’Eliseo diffuso il 1È Ottobre in serata. Diversi fattori hanno permesso al sistema di difesa israeliano di non saturarsi: le sue capacità di intercettazione, ovviamente, ma anche l’assenza dell’aiuto che Hezbollah avrebbe potuto fornire all’Iran, reso impotente dagli attacchi israeliani. Senza dimenticare l’annuncio discreto delle sue intenzioni da parte delle autorità iraniane. L’Iran avrebbe, secondo l’agenzia Reuters, messo in guardia la Russia. Un funzionario anonimo afferma che anche gli Stati Uniti erano stati avvisati. Poche ore prima dell’attacco, anche Washington aveva indicato che era imminente. Mercoledì mattina una dichiarazione militare israeliana ha indicato che i preparativi per le intercettazioni erano iniziati. “diversi giorni in anticipo”e ha continuato “durante e dopo l’attacco iraniano”.

Missili più precisi

L’attacco non è stato però trascurabile, sia per il numero di missili inviati – il doppio rispetto ad aprile – sia per la loro elevata capacità, con versioni dei Fattah recentemente modificate. Questi ultimi missili hanno potenzialmente un funzionamento “aliante”: la loro traiettoria, quando si avvicina al bersaglio, può essere modificata, rendendo la loro intercettazione più complessa. “Sono più precisi, più efficienti rispetto alle versioni precedenti”osserva Jeffrey Lewis, un esperto missilistico presso il James Martin Center for Nonproliferation Studies presso il Middlebury Institute di Monterey, in California.

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