Nel suo discorso di politica generale di martedì 1° ottobre, Michel Barnier ha menzionato “controllo dell’immigrazione”da trattare “con abilità” evitando “polemiche inutili”. Ha chiesto misure “inseparabile dallo Stato di diritto e dal rispetto dell’indipendenza della giustizia a cui sono legato”.
Un modo per spegnere il vero-falso incendio acceso dalla sinistra sotto le orme del ministro chiave di questo governo, Bruno Retailleau. Lo ha affermato il Ministro degli Interni durante la sua intervista con LCI e JDD domenica 29 settembre “Lo Stato di diritto non è né immateriale né sacro”. Una bomba Pubblicazione che subito martellava freneticamente: “Stato di diritto: Bruno Retailleau sulla strada sbagliata”, “Retailleau attacca lo Stato di diritto: Barnier non riformula”. Peggio ancora, “Bruno Retailleau vuole un referendum sull’immigrazione, invoca la doppia punizione e dubita della “società multiculturale””. No!?… E visto che è nei vecchi tempi…, il quotidiano torna a fare il giro degli immigrati di successo: “E per noi la Francia è un’opportunità? »: dopo le parole di Bruno Retailleau, la rabbia degli immigrati »titola il quotidiano per il quale il ministro “Preoccupa le associazioni dei migranti”. Ciò significa… Dietro Retailleau, il generale Franco?
“Insurrezioni elettorali”
Di fronte alle critiche, Retailleau ha diffuso un comunicato stampa il 1° ottobre. Lapidario. “Naturalmente non può esserci democrazia senza Stato di diritto, senza che i poteri pubblici rispettino la legge e le libertàdice il ministro. Questo è il fondamento della nostra Repubblica”. Ma resta dritto nei suoi stivali. “Oggi la legge non tutela sufficientemente i francesi. Quando i testi in vigore non garantiscono più tutti i diritti – a cominciare dal primo di essi, quello alla tutela – devono evolversi, nel pieno rispetto delle istituzioni della nostra Repubblica.. Fine dello scherzo.
Questo perché Retailleau riflette da troppo tempo sulla questione per lasciarsi intrappolare. Il 23 ottobre 2023, un anno fa, era ospite di Boulevard Voltaire. Aveva meditato sulla paralisi francese, compreso i voti favorevoli alla RN, ammesso il disastro dell’immigrazione. Le parole del capogruppo LR al Senato fanno luce sull’atteggiamento del ministro.
Sull’orgoglio nazionale, innanzitutto. “Per potersi assimilare bisogna essere sicuri della propria identità. Praticando il pentimento perpetuo, ripetiamo che la Francia è colpevole di tutto: Macron disse in Algeria nel 2017 che avevamo commesso il crimine peggiore, il crimine contro l’umanità! Svalutando noi stessi ci squalifichiamo”. Poi sull’immigrazione. “Abbiamo un problema enorme, abbiamo il caos migratorio totalecontinuò Retailleau. Quando non avremo più capacità di accoglienza, bisognerà assolutamente riprendere il controllo dell’immigrazione. Poiché le popolazioni (…) non hanno voglia di integrarsi per cercare lavoro, vengono ad approfittare del nostro stato sociale: questo non è più possibile”. Infine, sulla sofferenza popolare. “Sono i francesi inferiori, le classi lavoratrici e medie che soffrono, in tutta Europaha insistito. Quando queste aspirazioni non vengono prese in considerazione dalla classe politica, ci sono insurrezioni elettorali”. Ha citato l’ondata dell’estrema destra in Svezia, la svolta della sinistra su questo tema in Danimarca.
Macron: “sembra fare ma finge!” »
Elettoralismo, paura del RN? Ovviamente. Ma quando a Retailleau è stato chiesto perché la destra avesse fatto così poco in passato, ha risposto ancora una volta senza mezzi termini: “Non ho fatto parte di nessun governo di destra ma qui avete (nell’inazione dei governi di destra, ndr) parte della risposta a ciò che abbiamo perso in 15 anni: 10 milioni di elettori”. Seconda spiegazione: il ruolo deleterio dei giudici. “Non sono più gli eletti a fare politica, sono le corti supreme, è la giurisprudenza”decise il senatore Retailleau che già disse: “Senza un cambiamento costituzionale, senza un referendum su questo tema, non riprenderemo il controllo dei flussi migratori”. Auto “Il referendum non è soggetto ad appello. Si impone al Consiglio costituzionale e diventa legge: vox populi, vox dei”.
Gli abbiamo poi fatto notare che Macron parlava anche di questo referendum. Si fidava di lui? “Assolutamente no!” Non farà nulla al riguardo. Il suo motto è sembrare fare ma fingere”. La linea Retailleau non è nuova. Non resta che applicarlo, il tempo stringe.
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