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Marine Le Pen e la RN hanno giudicato a partire da questo lunedì

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Nove ex eurodeputati del FN (rinominato RN) dovranno spiegarsi alla sbarra, tra cui Marine Le Pen – che dovrebbe essere presente alla maggior parte delle udienze – Louis Aliot, oggi vicepresidente del RN, l’ex n.2 del partito Bruno Gollnisch, o il deputato e portavoce della RN Julien Odoul. Al loro fianco, 12 persone che erano loro assistenti parlamentari e quattro collaboratori del partito.

Questa vicenda, iniziata nel 2015 con una relazione dell’allora presidente del Parlamento europeo Martin Schulz, riguarda numerosi contratti di addetti parlamentari per un periodo di oltre dieci anni (2004-2016).

Guardia del corpo, segretaria, grafica…

Per l’accusa questi “assistenti”, che faticavano a descrivere i loro compiti, avevano solo il titolo. Alcuni non avevano mai incontrato il loro datore di lavoro ufficiale né messo piede in Parlamento e, secondo l’accusa, lavoravano solo per il partito. Cosa vietata dalle normative europee. Tra questi, la storica guardia del corpo di Jean-Marie Le Pen, Thierry Légier, il suo segretario, il capo di gabinetto di Marine Le Pen, Catherine Griset, e persino la grafica del partito…

“Marine, potrei venire domani a Strasburgo per vedere come sta andando una sessione del Parlamento e incontrare Mylène Troszczynski alla quale riferirò? », scriveva Julien Odoul nel febbraio 2015, quattro mesi dopo l’inizio del suo contratto come assistente parlamentare. “Sì, certo”, rispose.

Il rischio di ineleggibilità

Gli imputati, processati, in particolare, per appropriazione indebita di denaro pubblico o concorso in tale reato, rischiano una pena massima di dieci anni di reclusione e una multa di 1 milione di euro, e soprattutto una condanna a dieci anni di ineleggibilità tale da ostacolare la Marine Le Le ambizioni presidenziali di Pen per il 2027.

“Condivisione” del lavoro

La maggior parte degli imputati contestano in blocco il ricorso alla “condivisione” del lavoro degli assistenti parlamentari. E, da diversi anni, la RN denuncia una “implacabilità”, addirittura una procedura “politica”. “Non abbiamo nulla da rimproverarci in questa vicenda”, dichiarava a metà settembre su Le Parisien, Marine Le Pen, parlando di “incomprensione tra il mondo giuridico e il mondo politico”, e dicendo di voler spiegare al salvo che gli assistenti parlamentari “non sono dipendenti del Parlamento europeo” e sono “evidentemente destinati, per un certo numero di loro, alla politica”.

Il suo avvocato, Rodolphe Bosselut, non ha voluto parlare prima del processo, previsto per tre mezze giornate alla settimana fino al 27 novembre.

L’unica cosa che gli piace sono i soldi dell’Unione Europea

“Il FN-RN è sempre stato molto critico nei confronti delle istituzioni europee, non gli piace l’Europa. A loro piace solo il denaro dell’Unione europea”, dice Patrick Maisonneuve, avvocato del Parlamento europeo, parte civile.

L’istituzione ha stimato la sua perdita finanziaria in 3 milioni di euro. Ma ne chiederà solo due milioni, un milione già rimborsato (il che non è un’ammissione di colpa, assicura il RN).

“Sistema centralizzato”

Il “sistema centralizzato”, convalidato dal fondatore del FN Jean-Marie Le Pen, poi da sua figlia, secondo l’accusa, avrebbe subito un’accelerazione con l’ingresso in Parlamento nel 2014 di 23 deputati del FN (rispetto ai tre precedenti).

Ne usciremo solo se realizzeremo risparmi significativi grazie al Parlamento europeo

Tra gli elementi compromettenti ci sono i contratti a volte della durata di un giorno per svuotare le buste fino all’ultimo centesimo o ancora questo messaggio del tesoriere del partito Wallerand de Saint-Just che avverte dello stato catastrofico delle finanze: “Non ne usciremo solo se realizzeremo risparmi significativi grazie al Parlamento europeo.

Diversi menzionano anche un incontro a Bruxelles nel 2014, durante il quale Marine Le Pen spiegò agli eurodeputati che “non avevano bisogno di più di un assistente dedicato” e che avrebbero dovuto “dare una delega per assumere” gli altri. Una logica di “occupazione fittizia” anche se non esplicitamente dichiarata, ha commentato uno dei partecipanti.

Jean-Marie Le Pen assente

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