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Cos’è il movimento Goodbye Meta AI? Spieghiamo il nuovo trend su Instagram e Facebook

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Il mondo dell’intelligenza artificiale è nel mezzo di una rivoluzione e le grandi aziende vogliono solo continuare a raccogliere contenuti per affinare e ottimizzare le proprie intelligenze artificiali. La domanda è che noi utenti siamo stanchi di vedere come addestrano l’intelligenza artificiale con i nostri contenuti. E alcuni hanno detto basta. Oppure, in questo caso, Addio MetaAI.

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Questo post, condiviso da molti utenti, comprese le celebrità, non offre alcuna protezione del copyright o della privacy, dicono gli esperti.

Attori e star dello sport (come James McAvoy, Ashley Tisdale e Tom Brady) e centinaia di migliaia di altri lo hanno condiviso. Ma è davvero utile?

Perché le persone pubblicano questo sui loro social media?

Meta, la società madre delle tre piattaforme, ha annunciato che continuerà con i suoi controversi piani di utilizzare milioni di post di Facebook e Instagram nel Regno Unito per addestrare la sua tecnologia di intelligenza artificiale (AI), una pratica che viola le leggi sulla privacy dell’UE.

Meta ha detto che condividere la storia con un “Addio Meta AI” non conta come una forma valida di opposizione, proprio come i precedenti tentativi legali condivisi periodicamente dagli utenti negli ultimi anni non sono riusciti a fornire loro nessuna delle protezioni sul copyright o sulla privacy che speravano.

Da dove viene questo movimento reazionario?

Secondo il sito di fact-checking affiliato a Meta Lead Stories, l’ultima iterazione proviene da una bufala pubblicata il 1° settembre. Il suo testo presentava alcune differenze, ma seguiva uno schema simile:

« Addio, Meta AI. Ti ordino di stare lontano dalle mie informazioni personali e dalle mie foto, nonché da qualsiasi informazione privata su di me. Un avvocato ci ha consigliato di pubblicarlo, altrimenti potrebbero esserci conseguenze legali. Poiché Meta è ora un ente pubblico, tutti i membri devono rilasciare una dichiarazione simile. Se non lo pubblichi almeno una volta, si presume che tu stia consentendo l’uso delle tue informazioni personali e delle tue foto. Non ti do il permesso di utilizzare nessuno dei miei dati o foto”, ha detto.

Più in generale, Snopes riferisce che questo tipo di post risale ai primi anni 2000, quando alcuni siti web iniziarono a citare “Internet Privacy Act code 431.322.12”. A quanto pare, i loro proprietari credevano di potersi immunizzare dalle conseguenze legali delle loro azioni online invocando una legge fittizia.

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