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Marine Le Pen “molto calma” prima dell’inizio del suo processo e di quello contro la Marina

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“Risponderò a tutte le domande che la corte vorrà farmi”, ha assicurato lunedì Marine Le Pen, durante il suo primo discorso alla sbarra del Tribunale penale di Parigi. In mattinata, aveva fatto sapere che avrebbe affrontato “con grande serenità” il suo processo e quello contro il Raggruppamento Nazionale (RN), sospettato di aver sottratto fondi al Parlamento Europeo per pagare i dipendenti del partito, affermando che il RN non aveva “violato nessuna regole”.

“Abbiamo molti argomenti da sviluppare per difendere quella che mi sembra essere la libertà parlamentare che è in gioco in questa vicenda (…) Non abbiamo violato in alcun modo nessuna regola politica e nessuna norma normativa del Parlamento Europeo”, ha dichiarato il leader della RN prima dell’apertura del processo.

“Assistenti” che avevano solo il titolo?

Saranno presenti nove ex deputati del Fronte nazionale (rinominato RN), tra cui Marine Le Pen, Louis Aliot, attuale vicepresidente del RN, l’ex numero 2 del partito Bruno Gollnisch, e il deputato e portavoce del RN Julien Odoul . Insieme a loro, in questo processo, in programma per tre mezze giornate alla settimana fino al 27 novembre, saranno processati anche 12 persone che furono loro assistenti parlamentari e quattro collaboratori del partito.

Il caso è iniziato nel 2015 con una relazione del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e riguarda numerosi contratti di addetti parlamentari per un periodo di oltre dieci anni (2004-2016). Per l’accusa questi “assistenti”, che faticavano a descrivere i loro compiti, avevano solo il titolo. Alcuni non avevano mai nemmeno incontrato il loro datore di lavoro ufficiale né messo piede in Parlamento e, secondo l’accusa, lavoravano solo per il partito, cosa vietata dalle norme europee.

Gli imputati, processati in particolare per appropriazione indebita o complicità in questo reato, rischiano un massimo di dieci anni di reclusione e una multa di un milione di euro e soprattutto una condanna a dieci anni di ineleggibilità che potrebbe ostacolare le ambizioni presidenziali di Marine Le Pen per il 2027.

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