Conceicao risponde alle domande sul capitano e sul possibile cambio di formazione

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Finora le conferenze stampa di Sergio Conceicao sono state intriganti e piuttosto rivelatrici, e quel tema è continuato con i suoi commenti pre-Juventus.

La prima partita diretta da Conceicao è stata contro la Juve in Supercoppa Italiana, e il Milan è riuscito a vincere 2-1 in rimonta grazie al pareggio di Christian Pulisic e ad un autogol.

La squadra di Thiago Motta avrà sicuramente voglia di rivincita, visto che si trattava della prima sconfitta contro un’italiana (e resta l’unica), ma l’incontro di campionato tra le due squadre di novembre è stato non è una buona pubblicità per il campionato.

I media italiani hanno parlato della rivincita di stasera essere “la ghigliottina” con entrambe le squadre che spingono per un posto in Champions League – l’obiettivo minimo – ma continuano a perdere punti.

Conceicao ha parlato con i giornalisti riuniti a Milanello per la sua conferenza stampa pre-partita ieri, e gli è stato chiesto di un paio di argomenti su cui si è speculato.

Come si decide il capitano?

“Ho visto prima di venire qui che c’erano polemiche sulla fascia, ma per me non è importante. Un 17enne e un 35enne devono avere le stesse responsabilità e tutti devono farsi sentire.

“Al Porto per qualche anno Diogo Costa, il portiere, è stato capitano. Il capitano potrebbe essere Mike, Theo o Calabria. Ma non è la cosa importante, non devono preoccuparsi di questo. Maignan ad esempio deve preoccuparsi di subire gol, quello è il primo obiettivo.

“Mi piace perché ha questa personalità, è un vincente. Theo è uguale, ha fatto una serie di gol fantastici qui al Milan, superando una leggenda come Maldini. Per me è un piacere allenare questi giocatori. Per me la fascia da capitano non è così importante”.

Quando sarà pronta la squadra per giocare con il 4-4-2? Soprattutto considerando che le due ali sono Leao e Pulisic…

“È proprio questo il punto, la squadra non è preparata a questo: sostanzialmente facciamo 4-2-4 e rischiamo. Poi quando dobbiamo vincere rischio perché per me pareggiare significa perdere due punti.

“E quando rischiamo qualcosa scopriamo spazio dietro, ma l’equilibrio è molto importante. Ma col tempo sicuramente sì, è un sistema che mi piace.

“Ho giocato per anni così, è molto equilibrato. Ma le caratteristiche dei giocatori devono essere quelle che penso, altrimenti non sarei nemmeno intelligente a farlo, con i giocatori adattati…”

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