Un tiro di sinistro finisce a lato. La serata di Koopmeiners e Yildiz è ruotata attorno ad un errore di mira che avrebbe potuto cambiare la loro partita Atalanta-Juve e, probabilmente, anche le sorti dei bianconeri in campionato. Ma se il tiro dell’olandese, al 21′, è finito pochi metri alle spalle di Carnesecchi, il tiro del turco, al 91′, ha sfiorato il palo e ha lasciato con non pochi rimpianti la squadra di Motta. In mezzo, però, c’è molto di più: quella di Koop, attesa al giro di boa, è stata un’altra gara marginale; Quella di Kenan, però, è stata una partita “totale”, che conferma ulteriormente come il destino della Juve dipenda dalla crescita del suo giovane numero 10.
KOOP, EX PICCOLO RIMPIANTO
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Nemmeno il suo ritorno sul campo della Gewiss, dove era stato prima un leader e poi un reietto (i tifosi lo hanno sommerso di fischi e gli hanno riservato due striscioni “pesanti”) è riuscito a dare una svolta alla stagione di Koopmeiners. Schierato falso nove come già a San Siro contro il Milan un paio di mesi fa, l’olandese non se la cava male nel lavoro spalle alla porta, lotta, contrasta e ispira i compagni soprattutto nel primo tempo, ma sembra sempre un buon estraneo fisico: tocca pochi palloni (appena 39, meno di tutti gli juventini partiti dal 1′), e, di conseguenza, effettua pochi passaggi positivi (15, ultimo tra i bianconeri). Vince solo 4 duelli su 12 e perde una dozzina di palloni (secondo, insieme a Yildiz, solo al peggior giocatore in campo Cambiaso).
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TOTALE YILDIZ
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Il turco, invece, fa tutto: parte a destra nell’attacco di Motta senza riferimenti, poi si sposta a sinistra, si sacrifica in difesa e, Kalulu a parte, è il più pericoloso della sua squadra. Ha tirato due volte a lato ed è stato bloccato due volte dai difensori dell’Atalanta, ha toccato 59 palloni con 29 passaggi positivi, ha vinto 8 duelli su 13 e ha chiuso la partita con una percentuale di dribbling positivi dell’80%. E, soprattutto, alla fine mostra anche la sua faccia. E si scusa per non aver passato la palla a Mbangula (solo al centro dell’area) nell’occasione che gli è capitata al 91′. “Devo chiedere scusa a lui e alla squadra – ammette il numero 10 della Juventus -. Devo passare questa palla a Samuel…”. Insomma, Kenan, a 19 anni, dimostra già una maturità non comune. E che lo propone come uno dei giocatori del prossimo decennio. La qualificazione alla Champions League dello scorso anno ha permesso, tra l’altro, alla Juve di investire quasi 60 milioni per portare Koopmeiners a Torino. Il quarto posto di quest’anno aiuterà (anche) Yildiz a non sentire le sirene delle big europee.