Il francese Charlie Dalin (Macif) ha vinto martedì 14 gennaio la 10° Vendée Globe, stabilendo il nuovo tempo di riferimento per il giro del mondo in solitaria, in 64 giorni 19 ore 22 minuti e 49 secondi. Lo skipper risponde alle domande di franceinfo.
franceinfo: L’arrivo è stato molto lungo tra il momento in cui hai tagliato il traguardo e il momento in cui hai ricevuto il trofeo. Non è stato nel momento in cui hai toccato il trofeo che hai realizzato veramente la tua vittoria?
Charlie Dalin: SÌ. È stato un momento davvero forte per vincere questo trofeo. È davvero molto commovente. L’ultima volta, con Yannick (Yannick Bestaven, vincitore del Vendée Globe quattro anni fa), l’abbiamo sollevata insieme, ma non è la stessa cosa, non sono stato io, non ho osato toccarla nel 2020 ed ecco, questa tempo, è per me. Era da tanto che pensavo a questo trofeo. Quattro anni fa ero a due ore e mezza da questa vittoria. Queste due ore e mezza sono state una forza trainante in questi quattro anni, nelle scelte architettoniche di questa nuova barca e nelle nostre scelte tecniche, spingendoci sempre oltre i limiti, andando sempre oltre nella perfezione, nell’ottimizzazione, raccontandoci che il Vendée Globe può essere vinto in due ore e mezza. Quindi sì, è stata una forza trainante per me nella mia preparazione fisica, nella mia preparazione mentale, per mettere tutte le possibilità dalla mia parte e tentare la fortuna nel 2024. Sono riuscito a vincere questa vittoria ed è fantastico.
Hai detto molto dal tuo arrivo che ti sentivi come se fossi stato via solo 48 ore. Com’è possibile poterlo affermare dopo aver trascorso 64 giorni in mare?
I giorni sono passati velocissimi, passano sempre veloci in mare, ma qui ho l’impressione che siano passati ancora più veloci. Abbiamo avuto anche alcune sezioni molto, molto veloci. Dall’Atlantico meridionale, ho l’impressione che siamo stati teletrasportati dall’Ecuador al Capo di Buona Speranza perché era così veloce. Quando guardavo le mappe delle gare più volte mi sono detto ‘ci siamo già!’. Queste barche sono davvero favolose e l’intensità della regata fa sì che non appena le condizioni cambiano, ho dovuto cambiare la vela o regolare la barca per andare veloce. È uno sforzo e per riprenderci da questo sforzo andiamo a dormire, la barca va veloce quando dormiamo e alla fine è quando siamo svegli che va quasi più lentamente, è quando siamo svegli che la regoliamo, la manovriamo e poi appena in pista ne approfittiamo per dormire un po’.
C’è per te una forma di pacificazione adesso con questa vittoria?
Sì, l’obiettivo è raggiunto. Mi ha fatto andare avanti per quattro anni, ora dovrò trovare un nuovo motore ma penso che l’amore per le regate oceaniche e l’amore per la vela continueranno a spingermi a superare me stesso. Ma in ogni caso questo motore ritrovato tutto alla fine per questa edizione 2024 mi è servito tantissimo ed è sicuramente grazie a queste due ore e mezza che mi sono perse nel 2020 che questa vittoria oggi è mia.