tra Algeri e Parigi la stoffa è quasi carbonizzata

tra Algeri e Parigi la stoffa è quasi carbonizzata
tra Algeri e Parigi la stoffa è quasi carbonizzata
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Boualem Sansal, il quale, nelle sue farneticazioni, ha ceduto buona parte del nostro territorio al vicino occidentale [lors d’un entretien accordé au site identitaire français Frontières, l’écrivain franco-algérien avait repris la position du Maroc selon laquelle le territoire du royaume aurait été tronqué sous la colonisation française au profit de l’Algérie]è stato inviato come esploratore per sondare la determinazione dello Stato algerino nel difendere i propri confini. L’occasione era propizia perché tutti i popoli dimostrassero il loro incrollabile attaccamento all’estensione della sovranità nazionale su una piccola parte del loro vasto territorio.

Attraverso le sue istituzioni ufficiali e i suoi partiti politici, il cittadino ha così risposto duramente alle mire di una certa Francia ancora nostalgica. Ci crede Emmanuel Macron, che sta annegando nel governo del suo Paese “salvati la pelle” [selon cet édito d’El-Watan] cavalcando l’onda estremista che sta travolgendo il suo Paese.

Non ha esitato a usare parole immature, che disonorano la statura di un vero presidente. In questa corsa francese, si scopre che un Boualem ne nasconde un altro. Dopo Sansal, lo scrittore neo naturalizzato, è la volta dell’influencer Naman Boualem, spinta dagli stessi circoli odiosi a mantenere una pressione negativa sul nostro Paese.

Vista unilaterale

Nel suo ennesimo vano tentativo, l’attuale ministro dell’Interno [Bruno Retailleau]ben noto per la sua empatia con l’immigrazione, ha ignorato tutte le leggi democratiche sostituendosi alle autorità giudiziarie ed esecutive del suo stesso Paese. Va precisato che nel caso dell’influencer la giustizia francese non ha ancora esaminato il caso, poiché è previsto per il 24 gennaio. Bruno Retailleau, sperando di incarnare, da solo, la linea dura della politica contro gli stranieri, si intreccia in le missioni e le prerogative del proprio governo.

In tali circostanze, la risposta di Algeri non si è fatta attendere, anzi. Il deportato è stato riportato sull’aereo che lo riportava indietro. La reazione del nostro Paese non è mancata “stupire” sia il ministro degli Interni che quello degli Affari Esteri [Jean-Noël Barrot].

Quest’ultimo, durante il suo intervento televisivo [sur LCI]si è invitato a casa nostra per, ha detto, discutere questioni di attualità. Non esclude, come ritorsione, il ricorso alle eterne leve della concessione di visti, aiuti allo sviluppo, ecc.

Una tale visione unilaterale delle relazioni tra i due paesi non avrà alcun futuro vantaggioso. È imperativo rivedere tutto da pari a pari. Questo è l’unico compromesso possibile.

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