Cecilia Sala in Italia nel pomeriggio. Mattarella chiama la madre del giornalista e la Meloni

Cecilia Sala in Italia nel pomeriggio. Mattarella chiama la madre del giornalista e la Meloni
Cecilia Sala in Italia nel pomeriggio. Mattarella chiama la madre del giornalista e la Meloni
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Tajani: «Diplomazia e lavoro di squadra, Sala torna a casa»

«Diplomazia e lavoro di squadra: Cecilia Sala torna a casa!». Così su X il vicepremier e ministro degli Esteri Tajani. «Cecilia Sala torna – ha scritto su X anche il ministro della Difesa Guido Crosetto -. Lavoro immenso quello di Giorgia Meloni in primis e di tutta la squadra italiana: Tajani, Mantovano, Palazzo Chigi, la Farnesina, i nostri servizi di sicurezza e chiunque possa essere d’aiuto. Bentornato a casa.”

Applausi bipartisan all’Aula del Senato per la liberazione

Lunghi applausi bipartisan hanno accolto nell’Aula del Senato la notizia della liberazione di Cecilia. «Con grande gioia annuncio che la giornalista Cecilia Sala è stata liberata ed è in viaggio in Italia», ha detto l’attuale presidente, Mariolina Castellone. A nome del governo ha parlato il sottosegretario agli Esteri, Maria Tripodi: «Grazie alla nostra diplomazia, alla nostra intelligenza e alla leadership esercitata dal nostro primo ministro», ha detto l’esecutivo.

Il padre di Cecilia: «Era una partita a scacchi affollata»

“Sono orgoglioso di lei.” Sono le parole del padre di Cecilia, Renato Sala, rilasciate all’agenzia Ansa subito dopo aver appreso che la figlia sta tornando in Italia. «Ho pianto solo tre volte nella mia vita. Credo che il governo del nostro Paese abbia svolto un lavoro eccezionale. Se senti la mia voce rotta, non riesco a vedere l’orizzonte. È stato un lavoro di coordinamento straordinario. Ho confidato nella forza di Cecilia”. «Durante i suoi giorni di prigionia l’ho sentita tre volte – ha raccontato -. In questo periodo ho avuto l’impressione di una partita a scacchi, ma non c’erano solo due giocatori. Ad un certo punto il tabellone si è affollato e questo ha creato forti paure in un genitore come me, che purtroppo ignora le mosse”.

«L’ho sentito, mi ha detto; Ci vediamo presto. Era emozionata e molto felice. Le ho anche risposto: ci vediamo a Roma”, ha detto all’Ansa Daniele Raineri, compagno di Cecilia.

Detenzione in Iran

Cecilia Sala, 29 anni, è una giornalista che lavora per Chora Media e Il Foglio. Dal 19 dicembre era rinchiusa nel carcere di Evin, situato nella capitale iraniana. Il suo compagno Daniele Raineri, anche lui giornalista, aveva spiegato che la giornalista «era andata a lavorare in Iran con un visto giornalistico. Il penultimo giorno è stata arrestata dalle autorità iraniane e rinchiusa in una cella di isolamento nel carcere di Evin, a Teheran. La prima visita in carcere è stata autorizzata solo dopo otto giorni di isolamento”. La giornalista italiana è stata fermata perché “ha violato la legge della Repubblica islamica”, spiega in un scarno comunicato il ministero della Cultura iraniano. Il documento confermava l’arresto. La trattativa per la liberazione del giornalista italiano si è sviluppata parallelamente alla vicenda di Mohammad Abedini Najafabadi, il cittadino iraniano arrestato all’aeroporto di Malpensa il 16 dicembre e attualmente detenuto nel carcere di Opera di Milano sotto massima sicurezza per il quale gli Stati Uniti hanno chiesto l’estradizione, una soluzione cui Teheran si è opposta fin dall’inizio. La madre di Cecilia aveva incontrato a Palazzo Chigi il premier Giorgia Meloni. In un secondo momento i genitori avevano chiesto il silenzio stampa. Sorprendentemente, il 2 gennaio il primo ministro ha raggiunto Mar-a-Lago per incontrare il presidente eletto Donald Trump. Secondo le ricostruzioni dei media americani, la Meloni in quell’occasione avrebbe promosso pressioni sul tycoon proprio sulla vicenda Sala. Lunedì 6 gennaio, la portavoce del governo di Teheran Fatemeh Mohajerani ha affermato che l’arresto di Sala non è stata una “ritorsione” dell’Iran per l’arresto di Abedini. “Spero che il suo problema venga risolto rapidamente”, aggiunse Mohajerani in quell’occasione. Il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmail Baghaei ha poi chiarito che è in corso un’indagine sul giornalista, ma ha anche escluso legami con l’uomo del drone.

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