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Critica
Dramma di Koya Kamura, con Roschdy Zem, Bella Kim (Francia-Corea, 1h45). Nelle sale dall’8 gennaio ★★★★☆
Per andare oltre
Un famoso artista designer parigino si stabilisce in una piccola locanda vicino al confine tra le due Coree. Sul posto, una giovane donna nata da padre francese gli fa da guida. Dopo “La parte mancante” uscito qualche settimana fa, questo primo film esplora a sua volta il tema della disgregazione geografica e familiare. Ma il confronto si ferma qui. Nessuna sociologia del divorzio, nessuno dei suoi drammi in questa superba opera prima, delicata ma per nulla fragile, adattamento del romanzo di Elisa Shua Dusapin (ed. Zoé), che racconta implicitamente senza mai risolvere le questioni della paternità e del ricongiungimento che sotto – occuparsi della storia. In questo non detto troviamo possibilità e frustrazioni che alimentano la messa in scena. Questo film sensoriale si aggrappa ai gesti (lui dipinge, lei cucina) per collegare i due personaggi, e il suono ovattato dei passi sulla neve riecheggia la modestia di un uomo risucchiato dalla sua arte e dalla sua malinconia ( Roschdy Zem, immenso ) e una giovane donna (Bella Kim) che cerca di riconciliarsi con una figura paterna fallimentare.
Francia