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Dal 7 al 9 gennaio 2015, i fratelli Chérif e Saïd Kouachi e Amedy Coulibaly hanno preso di mira la libertà di espressione, le forze dell’ordine e la comunità ebraica, nel corso di attacchi “coordinati” benché rivendicati da due entità distinte, Al-Qaeda nella Penisola Arabica (AQAP ) e l’organizzazione dello Stato islamico (IS).
– Memoriale del terrorismo –
Dodici persone, tra cui otto membri della redazione di Charlie Hebdo, hanno perso la vita nell’attentato al settimanale da parte dei fratelli Kouachi, francesi di origine algerina che avevano giurato fedeltà ad Al-Qaeda. Dopo due giorni di ricerca, questi ultimi sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco dal GIGN, un gruppo scelto della gendarmeria, in una tipografia a Dammartin-en-Goële (Seine-et-Marne), dove si erano rifugiati.
Durante questi tre giorni di terrore sono stati uccisi anche due agenti di polizia di Parigi e Montrouge e quattro persone di fede ebraica in un negozio kosher della Porte de Vincennes.
A queste vittime si è aggiunto l’ex webmaster di Charlie Hebdo, Simon Fieschi, gravemente ferito nell’attentato e morto lo scorso ottobre.
Le cerimonie proseguiranno sul Boulevard Richard Lenoir, dove l’agente di polizia Ahmed Merabet è stato ucciso dai Kouachi mentre fuggivano. Si concluderanno alle 13.10 con un omaggio alle vittime dello store Hyper Cacher.
Mercoledì, la città di Montrouge organizzerà una cerimonia di omaggio alla poliziotta municipale Clarissa Jean-Philippe, uccisa da Amedy Coulibaly, autore anche dell’attentato all’Hyper Cacher.
Lunedì, davanti agli ambasciatori francesi, il presidente Emmanuel Macron ha auspicato che “non ci sia tregua nella lotta al terrorismo”. Martedì, una fonte vicina alla questione ha anche indicato che il Capo dello Stato voleva mantenere il progetto Memoriale del Terrorismo, un luogo di omaggio a tutte le vittime del terrorismo in Francia e all’estero, minacciate di abbandono.
“Condividiamo il dolore dei nostri amici francesi”, ha assicurato martedì da Berlino il cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Dieci anni esatti dopo gli omicidi del 7 gennaio 2015, Charlie Hebdo ha pubblicato contemporaneamente un numero speciale di 32 pagine con una tiratura di 300.000 copie, difendendo ancora a gran voce la libertà di espressione.
In prima pagina si definisce “indistruttibile!”, con il disegno di un gioviale lettore seduto su un fucile d’assalto, che legge questo “storico” giornale.
Oltre a lui, molti quotidiani hanno dedicato martedì le prime pagine al decimo anniversario dell’attentato: “Liberty, Liberty Charlie!” Titola Libération, mentre Le Figaro teme di vedere la Francia “ancora sotto la minaccia islamica”.
«La minaccia terroristica non è mai stata così presente», conferma il ministro dell’Interno Bruno Retailleau sulla prima pagina di Le Parisien, mentre l’ombra di una matita e di una gomma trafitte da un proiettile disegna un “10” sulla prima pagina di La Croix.
– “Lotta per la libertà” –
Giornale allegramente anarchico e anticlericale nato nel 1970 dalle ceneri della rivista Hara-Kiri, Charlie Hebdo era stato bersaglio di minacce jihadiste fin dalla pubblicazione delle caricature del profeta Maometto nel 2006.
Questi attacchi suscitarono emozione in tutto il mondo e diedero vita ad uno slogan di sostegno che rimane famoso: “Je suis Charlie”. L’11 gennaio 2015, le manifestazioni hanno riunito quasi 4 milioni di persone in tutta la Francia, con molti capi di Stato e di governo nel corteo parigino.
Dieci anni dopo, Charlie Hebdo pubblicò nel suo numero speciale una serie di caricature sul tema #LaughingatGod. Il settimanale ha lanciato un concorso internazionale alla fine del 2024 invitando a disegnare “la rabbia contro l’influenza di tutte le religioni”.
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