Come tutti i vignettisti, anche Pierre Kroll subisce minacce dal 2011 quando, in seguito alla presa in giro di Bin Laden, il vignettista contattò la sicurezza dello Stato.
“Ho subito pensato che ci sarebbero stati altri attentati e che saremmo stati tutti presi di mira. I fumettisti sono i canarini nella miniera. Quando li attacchiamo è perché vogliamo attaccare molte altre cose. Stiamo attenti“.
Pierre Kroll notò allora una vera trasformazione nella sua professione.
“Siamo piccoli schernitori che disegnano più o meno bene e a cui piace ridere e far ridere gli altri. Ma ora siamo diventati soldati della libertà di parola. È incredibile“.
Per parlarne decide di salire sul palco per parlare del suo lavoro. Ma un caricaturista sul palco rappresenta un pericolo agli occhi della OCAM, dovrà quindi garantire la sua sicurezza durante le 85 rappresentazioni date in Belgio.
“Ho recitato nei teatri con agenti di polizia in borghese nella stanza. C’era la polizia dietro le tende, dietro di me“.
“Riesci a immaginare di cosa si tratta? Non potevo immaginare, dieci anni fa, che saremmo arrivati a questo punto“.
Pierre Kroll, tuttavia, non è un fumettista di un giornale satirico poiché lavora per il quotidiano Le Soir o per la rivista Ciné Télé Revue. Ma i social network hanno cambiato la sua vita quotidiana e quella di tutti i fumettisti di oggi.
“Per qualsiasi disegno, posso aspettarmi di ricevere messaggi da persone che mi dicono che non dovrei farlo, che dovrebbe essere vietato“, si rammarica Pierre Kroll.
Per il fumettista “i social network fanno sì che oggi la disattenzione sia davvero scomparsa“.
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