“I militanti islamici stanno gradualmente invadendo l’atmosfera intellettuale e culturale”

“I militanti islamici stanno gradualmente invadendo l’atmosfera intellettuale e culturale”
“I militanti islamici stanno gradualmente invadendo l’atmosfera intellettuale e culturale”
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L’esistenza stessa del Museo-Memoriale del Terrorismo (MMT) è oggi minacciata da restrizioni di bilancio; nell’ottobre 2022 la sua attività è stata messa in discussione per motivi di “dare priorità alla sicurezza”. Ricordiamo che la MMT si era rifiutata di mettere online la sua prima mostra digitale, vale a dire le produzioni degli studenti di due istituti partner (compresa la prima pagina di Charlie Hebdo del 14 gennaio 2015, dal titolo “Tutto è perdonato”, e un disegno di Cabu, “Possiamo ridere di tutto? “). Avevamo paura, ci è stato detto, di esporre a minacce insegnanti e studenti che avevano partecipato al progetto. Sembra che ci sia sempre una buona ragione per evitare di parlare troppo di jihadismo, di violenza su base ideologica.

Senza dubbio, la gente dimentica… Sono già passati dieci anni dall’inizio dell’ondata di attacchi islamici. Nelle società che perdono sempre più facilmente la memoria, possiamo addirittura pensare che sia un’eternità. Ma è proprio per questo che è opportuno intraprendere azioni, simboli, costruzioni mentali che resistono al tempo.

Cambiare le menti piuttosto che la legge

Contrariamente ai luoghi comuni diffusi per anni, non sconfiggeremo il terrorismo islamico e il separatismo accumulando leggi, sapendo che siamo anche incapaci di applicare il diritto esistente, date le disfunzioni del nostro apparato statale burocratizzato e sclerotico. paralizzare il minimo inizio di esecuzione operativa di un disegno strategico. Non c’è bisogno di “rafforzare” l’arsenale giuridico, che si rivela perfettamente sufficiente, ad eccezione di alcune fibre in situazioni fragili che dovrebbero essere attentamente individuate e ottimizzate.

È quindi nella mente che dobbiamo prendere la decisione! Sono le convinzioni, le menti che sono in gioco in questa lotta, in questa resistenza contro una forma di totalitarismo. Pertanto, rinunciare a progetti come la MMT equivale a perdere una battaglia più che simbolica. Non per niente le autorità algerine imprigionano Boualem Sansal, ma perché le sue parole e i suoi libri costituiscono uno scontro permanente con i nemici della libertà.

Scuola e cultura costituiscono due spazi sociali dove non dobbiamo in nessun caso cedere all’ansia, dove nessuna intimidazione deve dissuaderci dall’insegnare la libertà di espressione e di coscienza, e dal ricordare ciò che la radicalità ideologica ha prodotto come violenza. Quando i jihadisti assassinano i giornalisti Charlie o maestri come Samuel Paty e Dominique Bernard, sanno perfettamente a cosa mirano, cioè le nostre coscienze, le nostre forze morali, il nostro spirito critico, la nostra facoltà di ragionare e di esprimerci, ciò che ci libera dalle ideologie barbariche.

Ambizione totalitaria

Troppo spesso in Francia si riscontra paura e compiacenza quando si affronta la questione del jihadismo e del separatismo islamico. L’arena del dibattito pubblico lo espone ogni giorno di più. Coloro che osano denunciare l’inaccettabile si ritrovano insultati e minacciati sui social network, mentre politici o “intellettuali” fuorviati, perfino “dottorandi”, insultano la memoria di Samuel Paty, liberano o giustificano l’antisemitismo o vogliono disarmare la giustizia abrogando il reato di glorificazione del terrorismo per facilitare la propagazione dell’odio da parte di tutti i sostenitori dell’ambizione totalitaria. Oggi siamo a un punto in cui un attivista può promuovere l’intifada nelle strade…

Le polemiche di oggi sono spesso vergognose: mirano il più delle volte all’intimidazione o all’incitamento alla violenza. Un solo dibattito è importante: quello che ci permette di mettere da un lato coloro che vogliono vivere in libertà, e dall’altro i sostenitori del modello fascista, totalitario per natura, sia marrone, rosso o verde, strumentalizzando l’ateismo o la fede. , razza o classe, Dio o il diavolo. Questi ultimi sono sia veri islamisti che veri criminali decivilizzati, insomma dei perfetti jihadisti…

Le sfere intellettuali e culturali necrotiche

Di conseguenza, ciò che è importante capire fin dall’inizio è che le nostre forze di sicurezza interne non possono fare nulla contro i militanti islamici che stanno invadendo gradualmente, e sempre più rapidamente, l’ambiente intellettuale e culturale, ritrovandosi come alleati inconsapevoli o cinici nelle roccaforti universitarie, all’interno di un’intellighenzia necrotica e nevrotica, in alcuni servizi pubblici “no-vaguisti” (come l’istruzione nazionale) e in alcune aziende cieche al comportamento liberticide, sotto copertura religiosa.

Hanno il potere di agire coloro che educano, scrivono, dimostrano, disegnano, mantengono la memoria e richiamano i valori che ci mantengono coscienti e liberi. Rifiutare i luoghi della memoria, rinunciare a spiegare, rinunciare a mostrare, rinunciare a pensare, è decidere di abdicare. Andare indietro con la MMT, come non permettere a uno scrittore di esprimersi in una conferenza, o negare a un insegnante il diritto di illustrare la libertà con i disegni di Cabu, significa prepararsi alla sconfitta di fronte alla barbarie jihadista.

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