Il presidente eletto Donald Trump venerdì ha chiesto alla Corte Suprema di sospendere l’attuazione di una legge che vieterebbe TikTok negli Stati Uniti a partire dal 19 gennaio se l’app non sarà venduta dalla sua società madre cinese.
La corte esaminerà le argomentazioni del caso il 10 gennaio.
“Il presidente Trump non prende posizione sui meriti di fondo di questa controversia”, ha scritto D. John Sauer, l’avvocato di Trump che è anche il prescelto dal presidente eletto come procuratore generale degli Stati Uniti. “Invece, chiede rispettosamente che la Corte consideri di rinviare la scadenza della legge per il disinvestimento del 19 gennaio 2025, mentre considera il merito di questo caso, consentendo così all’amministrazione entrante del presidente Trump l’opportunità di perseguire una soluzione politica delle questioni in questione in il caso.”
La legge al centro della causa è il Protecting Americans from Foreign Adversary Controlled Applications Act, una misura bipartisan approvata dal Congresso e successivamente trasformata in legge dal presidente Joe Biden in aprile.
La legge richiederebbe al proprietario cinese di TikTok, ByteDance, di vendere la piattaforma a una società americana o di subire un divieto.
All’inizio di questo mese, la corte ha deciso di esaminare il caso e ha accelerato il programma per il briefing e le argomentazioni orali. Tuttavia, il tribunale ha puntato sulla richiesta di TikTok di sospendere l’attuazione del divieto, lasciando solo nove giorni dopo le discussioni orali per emettere un parere o bloccare indefinitamente la legge.
Trump, che ha tentato di vietare TikTok nel 2020 ma è stato bloccato dai tribunali, ha suggerito nella dichiarazione di venerdì che potrebbe negoziare una soluzione politica alla questione prima che la corte debba pronunciarsi.
“Solo il presidente Trump possiede la consumata esperienza nel concludere accordi, il mandato elettorale e la volontà politica di negoziare una risoluzione per salvare la piattaforma, affrontando al tempo stesso le preoccupazioni sulla sicurezza nazionale espresse dal governo, preoccupazioni che lo stesso presidente Trump ha riconosciuto”, ha scritto Sauer.
Trump aveva già incontrato il CEO di TikTok Shou Zi Chew a dicembre, poche ore dopo che il presidente eletto aveva espresso di avere un “punto caldo” per l’app, un’inversione di tendenza rispetto alla sua opposizione quattro anni fa.
Anche il Dipartimento di Giustizia e TikTok hanno presentato memorie sul caso venerdì, principalmente ribattendo le argomentazioni avanzate davanti alla Corte d’Appello degli Stati Uniti per il Circuito del Distretto di Columbia.
Quella corte ha confermato la legge, concludendo che le giustificazioni di sicurezza nazionale del governo per vietare l’app, comprese le preoccupazioni che il governo cinese potesse accedere ai dati sugli utenti americani e manipolare i contenuti dell’app, erano legittime.
I funzionari del governo cinese hanno costantemente respinto l’argomentazione secondo cui TikTok rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Venerdì, nella sua istanza in tribunale, il Dipartimento di Giustizia ha difeso la legge, citando preoccupazioni per la sicurezza nazionale che il governo cinese potrebbe influenzare la società.
TikTok, nel frattempo, si è opposto alla legge, affermando nella sua memoria che vietare l’app violerebbe i diritti di libertà di parola protetti dal Primo Emendamento.